email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

IFFR 2020 Bright Future

Recensione: Make Up

di 

- Il dramma di formazione in salsa horror di Claire Oakley è un debutto intrigante e d'atmosfera

Recensione: Make Up
Molly Windsor in Make Up

Il racconto di formazione si rinnova in Make Up [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, primo lungometraggio della regista britannica Claire Oakley, che è stato proiettato nella sezione Bright Future dell’International Film Festival Rotterdam (IFFR) di quest'anno.

Qualcosa sembra non funzionare sin dall'inizio, quando Ruth (Molly Windsor) arriva nel bel mezzo di una notte buia in un campo caravan in Cornovaglia, incontrando quello che da tre anni è il suo ragazzo. Oltre alla intrinseca inquietudine che emana una cittadina deserta durante la bassa stagione, queste case vuote e identiche trasmettono anche un senso differente di apprensione. Sembra che stiano aspettando con il fiato sospeso che i turisti arrivino e le riportino in vita. Questa sensazione di costante tensione pervade l'intero film mentre la giovane Ruth, nonostante tutti i suoi sforzi per apparire fresca e rilassata, sembra ansiosa e impaziente per qualcosa – quando la vediamo per la prima volta, si sta mordendo le unghie. Ma Oakley ritarda intenzionalmente la rivelazione di ciò che esattamente disturba la giovane donna e l'espressione naturalmente pacifica di Windsor contribuisce a mantenere alta la suspense.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

La relazione bella e insolita tra i due giovani amanti (Windsor ha una grande intesa con Joseph Quinn, che interpreta il suo ragazzo Tom) radica il film in un realismo che purtroppo non è mantenuto con la stessa coerenza per tutti gli attori, qualcosa che diluisce e confonde l'interpretazione della pellicola con elementi irreali. Dopo aver trovato lunghi capelli rossi sui vestiti di Tom, Ruth inizia a vedere la sagoma sfuggente di una ragazza dai capelli rossi in giro per la città – ma l'intrusione simultanea di immagini e suoni più fantastici e surreali (unghie rosse che si trasformano in artigli, sonori lamenti provenienti dalla stalla vuota che si trova là vicino, strane luci che brillano da una roulotte disabitata) suggeriscono che tutti questi elementi inquietanti potrebbero essere prodotti della mente della giovane donna.

Ruth è chiaramente preoccupata per Tom e la misteriosa rossa, ma man mano che le strane manifestazioni della sua psiche disturbata si moltiplicano, diventa chiaro che questo sospetto ha scatenato in lei qualcosa di più della semplice gelosia. Le sue visioni sessualmente cariche e violente suggeriscono un desiderio nascosto e cavernoso, che la spaventa letteralmente mentre prende forme strane e inquietanti.

Sebbene estremamente avvincente all’inizio, l'enigmatica prima metà del film supera leggermente il limite – anche se quell'atmosfera voluttuosa e misteriosa ci mancherà nella seconda parte. Quando Ruth arriva finalmente a prendere il controllo della sua voracità latente, esprime il suo desiderio attraverso cliché poco convincenti, annullando così gran parte della rielaborazione originale che proponeva il film sui tropi del coming-of-age. Make Up rimane comunque un esordio entusiasmante e creativo, e Oakley è una regista da tenere d'occhio.

Make Up è prodotto dalle britanniche Quiddity Films e Creative England’s iFeatures.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy