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Recensione: El año del descubrimiento

di 

- Nel suo secondo film, Luis López Carrasco dà voce alle vittime degli eventi meno noti del celebrato 1992 in Spagna; un documentario che rilegge la storia e pretende che si dica la verità

Recensione: El año del descubrimiento

Il 1992 è stato un anno decisivo per la Spagna: grazie a due eventi di massa iper mediatici come l'Esposizione universale tenutasi a Siviglia – in onore del quinto centenario dell'arrivo di Cristoforo Colombo nel continente americano – e le Olimpiadi che si svolsero a Barcellona, ​​non solo furono costruite infrastrutture che hanno fatto progredire il paese, ma – soprattutto – è l’anno che collocò la Spagna al centro del mondo e la catapultò nella modernità, nel neoliberismo e nel progresso. Ma cosa succedeva nel resto della penisola iberica in quello stesso periodo? El año del descubrimiento [+leggi anche:
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, il secondo lungometraggio di Luis López Carrasco dopo il tanto applaudito El futuro [+leggi anche:
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, lo svela senza peli sulla lingua: il documentario è stato presentato oggi, 24 gennaio, nel concorso ufficiale dell’International Film Festival di Rotterdam.

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Se esiste un luogo pubblico incline al dialogo e alla discussione, questo è il bar: in uno di essi ("Café-churrería Tana: desayunos y meriendas"), situato nella città murciana di Cartagena, López Carrasco ha girato la maggior parte di El año del descubrimiento. I suoi dipendenti e i suoi clienti – la maggior parte con la sigaretta in mano, come era solito accadere nei posti al chiuso nell’epoca rievocata nelle conversazioni e disobbedendo alla legge statale odierna, un piccolo gesto di ribellione trasformatosi in militanza libertaria contro le imposizioni ufficiali – parlano al regista della situazione sociale attuale nella regione in cui vivono, di ciò che vi accadde nel ‘92 e delle conseguenze di quei gravi conflitti, di cui quasi nessuno informò il resto della nazione.

Perché per il governo spagnolo, diffondere l'immagine cruda di una zona conflittuale in un momento di esaltazione, sfarzo e celebrazione andava contro la luminosa trama disegnata: perciò fu messa a tacere. López Carrasco, che all’epoca era un bambino, con questo film dà uno schiaffo alla storia ufficiale, lasciando che siano i testimoni e i protagonisti di quegli eventi nascosti dall'alto a dissotterrare la verità. Così, per tre ore – punteggiate qua e là da immagini d'archivio di notiziari e spot televisivi che elogiavano gli investimenti fatti in Catalogna e in Andalusia –, con lo schermo diviso in due e un trattamento dell'immagine che ricorda le registrazioni domestiche della fine del secolo scorso (il film è girato su nastro magnetico Hi8, come quelli che molti di noi maneggiavano negli anni Novanta), numerose voci reclamano una giustizia storica che è loro dovuta.

Con una vicinanza amichevole e sicura, le telecamere della troupe trasformano lo spettatore in un altro avventore di quel bar rumoroso che odora di fritto e tabacco, crogiolo di classi sociali ed età, modi di intendere il mondo e con le idee politiche più varie. Queste persone analizzano il presente e riesaminano il passato con l'umiltà, la sincerità e la verità delle persone semplici, spogliando la storia e riscrivendola senza l'interesse, il cinismo e la manipolazione delle classi dirigenti, che siano di destra o di sinistra.

El año del descubrimiento, sceneggiato da Carrasco e Raúl Liarte, è un film di LaCima Producciones (Spagna) insieme a Alina Film (Svizzera), con l’aiuto dell’ICAA e del municipio di Cartagena. Sarà distribuito in Spagna da Begin Again Films, e delle sue vendite si occupa LaCima Producciones.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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