email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

MÁRGENES 2019

Recensione: Andrómedas

di 

- Il primo lungometraggio di Clara Sanz è un documentario franco-spagnolo pieno di vita, verità e amore, girato in una città della Mancia e incentrato su sua nonna di 90 anni e la sua badante

Recensione: Andrómedas

All'interno della Sezione ufficiale del festival online Márgenes si può vedere gratuitamente in questi giorni – e fino al prossimo 8 dicembre – il documentario Andrómedas [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, opera prima di Clara Sanz, cineasta legata professionalmente ad altri festival come Siviglia, Tarifa o Curitiba, in Brasile. Il film ha anche partecipato alle ultime edizioni dei festival di Gijón (sezione Esbilla) e L’Alternativa. Con l'intimità come filo conduttore di tutte le sue scene, il film è dedicato a tutte quelle donne che si prendono cura di sé e degli altri, avendo come protagoniste la nonna della regista, Rosita, di 90 anni, e María, una donna ecuadoriana che da molto tempo si occupa di lei, dopo aver lasciato la sua famiglia nel suo paese d'origine.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Dalla prima inquadratura, con alcune mani che cuciono insegnando ad altre mani come si fa, Andrómedas sottolinea che la trasmissione di conoscenze e affetti attraverserà tutto il film: in seguito vediamo due donne, teoricamente separate dalla loro origine, dal loro passato, dalla loro età e cultura, che si capiscono perfettamente come sorelle, si rispettano e, in fondo, si amano profondamente. Mentre la più giovane, Maria, si occupa di tutte le faccende domestiche – rifare i letti, stendere i panni o cucinare – la sempre allegra Rosita, fiduciosa e felice per la presenza attenta della prima, non smette di cantare, leggere o aiutare in cucina: è un'anima giovane e attiva in un corpo di quasi un secolo di vita che non ha perso il suo senso dell'umorismo.

Le donne di Andrómedas formano una coppia abbastanza armoniosa: si danno la buonanotte e fanno colazione insieme, si raccontano segreti e si scoltano, come amiche e compagne. Tutto questo all'interno delle mura di una casa in una città della Mancia – il cui nome non viene mai menzionato – mentre fuori nevica, si celebrano feste o miagolano i gatti. Sanz costruisce così, lentamente e sottilmente, un ritratto affettuoso, quasi un omaggio, di due donne che finiscono per sedurre lo spettatore: la più giovane per la sua dedizione, pragmatismo, amore per gli animali e attenzione per tutti; la più vecchia, per la sua saggezza, il buon senso e quella civetteria che conserva ancora, che esorcizza qualsiasi paura del domani.

Quando Maria annuncia che andrà in Ecuador per assistere a un battesimo, dovrà essere sostituita, e questo metterà un po’ in subbuglio la famiglia di Rosita: in quel momento la regista stessa, che è sempre rimasta fisicamente fuori dallo schermo – sebbene si sentisse la sua voce, giacché sua nonna si rivolge direttamente a lei in varie occasioni, garbatamente – prenderà il posto della badante di sua nonna, assumendo un ruolo che si sta perdendo e che non è sufficientemente valorizzato. Senza trascurare il senso dell'umorismo (il momento del sollevamento è molto divertente), con alcuni accenni al dramma che soffrono i migranti (ma senza calcare la mano) e un'ellissi temporale che mostra il passaggio delle stagioni attraverso la bellezza delle cose semplici, Andrómedas riesce a renderci partecipi, simpatizzanti e complici di questa altra maniera di intendere i legami affettivi, la famiglia e la convivenza.

Andrómedas è una produzione Les Films du Bilboquet (che si occupa anche della distribuzione) e Mardi8, con il sostegno della Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, CNC, Procirep - Societé des producteurs e l’ANGOA.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy