email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FILM / RECENSIONI Belgio

Recensione: Cleo

di 

- Eva Cools racconta con pudore e sensibilità il percorso di un lutto impossibile sullo sfondo dell'addio all'infanzia, una dolorosa storia di formazione punteggiata dalla musica di Rachmaninov

Recensione: Cleo
Anna Franziska Jaeger in Cleo

Cleo [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, il primo lungometraggio della regista belga Eva Cools, presentato poche settimane fa nella sezione Alice nella città della Festa del cinema di Roma (dove ha ricevuto due premi, il MyMovies First Film Award per la regista, e il Rising Star Award per la giovane attrice Anna Franziska Jaeger), esce questo mercoledì 27 novembre in Belgio con Lumière.

Cleo, 17 anni, sopravvive a un incidente stradale in cui muoiono i suoi genitori. La sua amorevole nonna cerca di offrire un nido caldo a Cleo e a suo fratello minore, ma si confronta con un’adolescente ribelle che cerca conforto nel misterioso Leos, un ragazzo molto più grande che nasconde un terribile segreto.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Cleo traccia un ritratto aspro e disadorno di una ragazza in difficoltà, schiacciata dallo stress post-traumatico di un lutto di cui si sente responsabile, ai suoi occhi e a quelli del mondo. Cleo è sfuggita per un pelo all'annegamento, ma sembra ancora lottare nelle acque profonde del lutto e della depressione, senza respiro, alla costante ricerca di una boccata di ossigeno che la riporti davvero in vita.

Questo ossigeno lo troverà in Leos, questo ragazzo di dieci anni più grande, con il quale pensa di potersi reinventare. Uno sconosciuto ai cui occhi può creare una nuova Cleo, liberandosi del suo passato e del suo trauma, una giovane ragazza libera e liberata, che riacquista il gusto della vita e della musica. Solo che Leos non è quello che lei crede.

Rapidamente, lo spettatore sorpassa Cleo e scopre chi è Leos, le tragiche circostanze che lo collegano a Cleo e alla sua famiglia. Il film di formazione si trasforma in un thriller psicologico, appeso alle modalità di rivelazione dell'identità del giovane. Alla fine, tuttavia, la tensione drammatica attorno al confronto finisce per diventare accessoria, come decentrata nella narrazione. E la musica prende il suo posto, in crescendo.

Perché la musica è l'altra boccata di ossigeno di Cleo. Figlia di musicisti, si lancia in una sfida musicale che fa risorgere i fantasmi del passato, come per chiudere un capitolo della loro storia. Aveva abbandonato la tastiera da qualche tempo, e ora riprende in mano gli spartiti per scalare quello che diventa il suo Everest, un pezzo virtuoso di Rachmaninov, che provoca il suo coinvolgimento più totale, sia fisicamente che emotivamente. Il pezzo, che ripete instancabilmente fino alla performance finale che assume un aspetto catartico, agisce come un vettore, un passante dall'altra parte del lutto, simboleggiando tutta la sua intensità, rabbia, dolore, angoscia, senso di colpa, mancanza, tristezza, ma anche l’amore e la forza del ricordo.

Nel ruolo di Cleo, troviamo la giovane attrice Anna Franziska Jaeger, che dà corpo in modo ostinato e preciso a questo animale ferito che sta lentamente cercando di ricostruirsi. Di fronte a lei, Roy Aernouts incarna con profonda intensità Leos, giovane uomo anche lui devastato, divorato dalla colpa. Al loro fianco, Yolande Moreau interpreta con tanta benevolenza quanto angoscia una madre anch’essa in lutto, che cerca di accompagnare al meglio dei nipoti che a volte fa fatica a comprendere, mentre cerca di guarire le proprie ferite.

Cleo è prodotto da Lunanime, consociata del distributore Lumière. Le vendite internazionali sono guidate da Be For Films.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy