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Docaviv 2020 / Regno Unito / Israele

Recensione: The Human Factor

di 

- Nel suo documentario israelo-britannico, Dror Moreh afferma che l'incapacità di fare amicizia è il motivo per cui israeliani e palestinesi stanno ancora combattendo

Recensione: The Human Factor

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, proiettato di recente all’evento Documentary Gala dello UK Jewish Film Festival, il regista Dror Moreh pone una domanda chiave all'apertura del film: "Perché stiamo ancora combattendo due o tre decenni dopo?”. Trattando il conflitto israelo-palestinese – e, di fatto, le tensioni arabo-israeliane nell'intera regione – il nuovo documentario di Moreh è una splendida sorpresa. La produzione britannico-israeliana solleva il velo sulle guerre diplomatiche dietro le quinte dell'amministrazione del presidente Clinton, dagli accordi di Oslo a Camp David. Attraverso interviste a un gruppo di sei importanti negoziatori americani degli anni Novanta, il documentario tocca un lato poco discusso degli affari internazionali: il semplice potere dell'amicizia.

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Originariamente lungo 36 ore e ora ridotto a due, The Human Factor è un documentario nel vero senso della parola: manipola il found footage e il materiale delle interviste per accordarli alla sua narrazione edulcorata. In una sorta di gioco di roulette tra sei ex confidenti dello Studio Ovale, The Human Factor monta abilmente le interviste componendo sei storie che si fondono in una sola: un racconto di innocenza americana e di rimpianto americano, ma non di vergogna americana. Il prodotto finale del conflitto israelo-palestinese della fine del XX secolo è semplicemente il risultato di buone intenzioni andate male, sostiene il film; per lo meno gli intermediari americani ci hanno provato davvero.

Questa presa di posizione semplicistica del ruolo dei negoziatori americani è francamente offensiva, se non assolutamente bidimensionale. Attraverso l'attenzione del documentario sulle relazioni umane dietro il conflitto israelo-palestinese, The Human Factor rende un cattivo servizio a se stesso. I veri fallimenti diplomatici non sono stati dovuti tanto agli incentivi economici o all'interesse nazionale; no, il vero fallimento e motivo della pace perturbata in un'intera regione, sostiene The Human Factor, è la semplice incapacità di fare amicizia. L’ostacolo alla pace non sta nei macrointeressi della democrazia, ma piuttosto nell'ego di pochi.

Più problematica, forse, è l’attenzione costante del documentario sullo stesso periodo di tempo. A rotazione, i sei ex confidenti dello Studio Ovale si fanno eco a vicenda, ribadendo – in modo abbastanza eloquente – la loro ingenuità e il loro rammarico per un decennio, ignorando gli ultimi vent’anni di aggressione americana post-Clinton. È una vergogna, sembra ripetere il taglio di Moreh, che questo decennio di inefficace costruzione delle relazioni abbia avuto conseguenze così disastrose ai giorni nostri. È un peccato che questo decennio di indecisione sia responsabile della guerra civile siriana, un peccato che gli uomini più anziani debbano riposare sugli allori, rannicchiati nei loro salotti, nonostante l’ascesa del populismo anti-immigrazione in tutto il mondo. Nella versione rosea del conflitto israelo-palestinese di Moreh, gli americani sono i bravi ragazzi che si sono sinceramente battuti per la pace, considerando le circostanze.

E forse l'elemento più problematico sta nella concezione stessa del film: la suggestione che decenni o addirittura secoli di conflitti possano essere risolti anche solo nello spazio di un’unica presidenza. Le tensioni infuocate si attenuano a favore dell'attenzione su questo particolare periodo, spazzando sotto il tappeto gli ultimi vent'anni. Il film non ha né passato né presente, è semplicemente bloccato, in una nebbia di nostalgia perversa, nelle perdite degli anni Ottanta. Mentre le nuove prospettive del film sulle vecchie conversazioni sono in definitiva preziose, l'attenzione di The Human Factor per il fattore umano – e, in effetti, solo in questo lasso di tempo – forse limita il suo contenuto più di quanto non mostri. Ma, come ha osservato il produttore Teddy Leifer durante la sessione di domande e risposte, il documentario fornisce certamente una prospettiva fresca ed esterna sul conflitto che dura da decenni.

The Human Factor è stato prodotto dalla compagnia britannica Rise Films e da quella israeliana DMP Films, e uscirà sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito il prossimo anno. La sua distribuzione internazionale è gestita da Dogwoof.

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(Tradotto dall'inglese da Elenia Buono)

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