email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

IDFA 2019

Recensione: A media voz

di 

- Il documentario autobiografico di Heidi Hassan e Patricia Pérez Fernández è un intenso viaggio di amore, amicizia e nostalgia di casa

Recensione: A media voz
Heidi Hassan e Patricia Pérez Fernández in A media voz

Un'altra anteprima mondiale all'IDFA di quest'anno è stata quella del nuovo film di Heidi Hassan e Patricia Pérez Fernández, intitolato A media voz [+leggi anche:
trailer
intervista: Patricia Pérez e Heidi Has…
scheda film
]
, proiettato nell’ambito del concorso principale. Le due registe, entrambe cresciute a Cuba e che hanno studiato nella stessa scuola di cinema – ovvero la International Film School di San Antonio de los Baños – hanno ora 40 anni e avevano perso i contatti per molti anni.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

All'inizio, le due donne introducono la loro relazione a partire dalla loro infanzia e condividendo ricordi e filmati d'archivio dei loro anni giovanili: nastri VHS, vecchie fotografie e immagini del backstage dei loro primi film da studentesse ci aiutano a capire quanto sia forte e indissolubile il loro legame. Heidi e Patricia provano di nuovo ad avvicinarsi e lo fanno attraverso video-lettere. Heidi ora vive in Svizzera, Patricia in Spagna; attraverso i loro commenti fuori campo e i loro resoconti visivi intimi delle loro esistenze, gli spettatori sono immersi in un flusso libero (ma sempre coerente e puntuale) di eventi gioiosi, sventure e opportunità mancate. In particolare, il percorso di Heidi è incentrato sul suo sentimento di alienazione e nostalgia di casa; i suoi pensieri sono pieni di nostalgia e mancanza del paese dei suoi anni d'infanzia, che di fatto non esiste più. Nel frattempo, Patricia trascorre alcuni anni a vendere mojito e altri cocktail cubani, e successivamente cerca, senza successo, di metter su famiglia.

Un aspetto degno di nota è il modo in cui certe riflessioni fuori campo sono accompagnate da una sorta di distorsione temporale sullo schermo; il tempo rallenta o si congela, e i personaggi si prendono il loro tempo per esprimere i loro sentimenti. Questo accade, ad esempio, quando Heidi attraversa una piazza a Ginevra e passa in mezzo a un gruppo di turisti. In questa scena, il discorso della guida e i gesti dei turisti vengono mostrati a un ritmo significativamente più lento, mentre il commento della voce fuori campo di Heidi procede a una velocità normale. Il linguaggio audiovisivo delle registe è franco, diretto e talvolta ironico, ed è chiaramente il risultato di un intenso lavoro introspettivo. Heidi e Patricia parlano tra loro e con se stesse e, nel frattempo, cercano di fare il punto sulle loro vite, a volte guardando indietro al loro passato, a volte temendo un futuro incerto, in cui non c'è possibilità di realizzare i loro sogni.

La scena conclusiva e l'ultima domanda sollevata dal film – che qui non spoileriamo – sono gratificanti e forse riassumono l'intero punto di questo lungo viaggio. Tutto sommato, A media voz è una storia toccante sull'amicizia, l'affetto, la nostalgia di casa e l'amore che i personaggi hanno per il cinema. È una sincera riflessione sul valore delle nostre aspirazioni, della nostra necessità di seguire le nostre passioni e della nostra costante ricerca d'amore.

In a Whisper è prodotto da Daniel Froiz per Matriuska Producciones (Spagna) e Delphine Schmit per Perspective Films (Francia), in collaborazione con PCT Cinéma-Télévision SA (Svizzera) e Producciones de la 5ta Avenida (Cuba). Le vendite estere sono gestite da Alfredo Calvino per la struttura brasiliana Habanero Film Sales.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy