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TRIESTE SCIENCE+FICTION 2019

Recensione: In the Trap

di 

- Il primo lungometraggio in lingua inglese con cast internazionale di Alessio Liguori è un horror psicologico terrificante tra fede religiosa e disturbo mentale

Recensione: In the Trap
Jamie Paul in In The Trap

"Mamma, c'è qualcuno sotto le lenzuola". "E' solo la tua immaginazione". E' capitato ad ognuno di noi di avere qualcosa che si muove sotto il letto da bambini e l'abbiamo visto in decine di film. E ancora ci si rizzano i capelli in testa. E' la nostra immaginazione. E’ quello che ci spinge ad essere davvero terrorizzati nei primi minuti di In the Trap [+leggi anche:
trailer
intervista: Alessio Liguori
scheda film
]
, in selezione ufficiale al Trieste Science+Fiction Festival, con quel suo sconvolgente attacco alla Babadook, e una mortale tragedia che si consuma subito. Un antefatto che segrega lo spettatore per tutto il film tra le quattro mura di un opprimente appartamento, assieme al protagonista Philip.

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In the Trap è il primo lungometraggio in lingua inglese con cast internazionale di Alessio Liguori, talentuoso regista che viene dal mondo delle video clip e pubblicità e ha fondato con Daniele Cosci, Alessandro Risuleo e Simone Bracci la Mad Rocket Entertainment, che produce anche il suo prossimo film, Shortcut.

Philip è interpretato dall'attore britannico Jamie Paul (Black Mirror). Cresciuto senza padre sotto la rigida educazione religiosa della madre Rose (l'attrice spagnola Paola Bontempi), Philip è convinto di essere vittima di un'entità malefica che dopo la morte della sorellina lo costringe a vivere chiuso in casa (ci troviamo in un piccolo borgo non identificato sulla costa britannica con gli interni ricostruiti in studio a Roma), con il solo conforto dell'assistenza spirituale di padre Andrew (il veterano attore britannico di origini sudafricane David Bailie). Vediamo Philip bambino terrorizzato e poi giovane adulto, di mestiere correttore di bozze, circondato da icone cattoliche, continuamente vittima di fenomeni inquietanti (porte che si chiudono, sangue sui muri, statuette della Vergine Maria che vengono spostate) resi ancora più terrificanti dall'ottimo lavoro di sound design di Fabrizio Alviti e dalle musiche di Massimiliano Mechelli basate essenzialmente sugli archi. E' proprio il violino lo strumento suonato dalla dolce Catherine (la danzatrice, musicista e attrice Sonya Cullingford), di cui Philip si innamora e che va a vivere con lui. Preda di un'apparente possessione demoniaca, la ragazza viene esorcizzata da padre Andrew ma qualcosa va storto. Rimasto nuovamente solo in quella casa, Philip è colpito dal fascino della nuova vicina, Sonia (Miriam Galanti) che ci appare come una vera e propria "tentazione del demonio" della rappresentazione cristologica classica.

In the Trap viaggia con equilibrio e raffinatezza sul confine tra fede religiosa e disturbo mentale, regalando la giusta dose di paura con un approccio filologico alla materia della possessione demoniaca (il riferimento più diretto è a The Exorcism of Emily Rose di Scott Derrickson). Allo stesso tempo scava nel terreno della psicologia maschile con tutte le implicazioni che derivano dall'incontro-scontro tra religiosità, famiglia e sessualità, mettendo in luce l'impossibilità da parte del protagonista di gestire il rapporto con le tre figure femminili madre, moglie, amante.

Con In the Trap Liguori dimostra che i giovani registi e produttori indipendenti italiani possono trovare la loro fetta di mercato internazionale nel cinema di genere, ritrovando lo smalto dei maestri del terrore degli anni 70 e 80.

In the Trap è prodotto da Dreamworld Movies con la già citata Mad Rocket e ha una distribuzione italiana con Zenit Distribution che lo porterà in sala il 23 gennaio 2020. Il venditore internazionale True Colours ha chiuso accordi a maggio al Cannes Film Market con Mpi Media Group per il Nordamerica e varie altre società per Russia e Asia per un totale di 23 Paesi e mantiene il titolo in listino all’American Film Market che apre questa settimana.

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