email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

ROMA 2019

Recensione: L'uomo senza gravità

di 

- Il film di Marco Bonfanti con Elio Germano anti-supereroe, dai mille riferimenti letterari e cinematografici, sfida il pubblico globale con la sua invocazione alla purezza

Recensione: L'uomo senza gravità
Elio Germano e Silvia D'Amico in L'uomo senza gravità

Marco Bonfanti aveva già dimostrato le sue doti poetiche e la sua capacità di mixare realtà e fantasia con L'ultimo pastore [+leggi anche:
trailer
intervista: Marco Bonfanti
scheda film
]
nel 2012, in cui raccontava di Renato, l'unico pastore nomade rimasto a Milano, che porta il suo gregge fino in Piazza del Duomo riempiendo di meraviglia gli occhi dei bambini.

Con L'uomo senza gravità [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, presentato in preapertura alla Festa del Cinema di Roma, Bonfanti e il cosceneggiatore Giulio Carrieri creano un altro spirito libero, Oscar, questa volta totalmente inventato, così libero da potersi sollevare in aria senza peso. Oscar è interpretato da Elio Germano, ed è il caso di dire nomen omen, perché l'elio è il gas nobile più leggero nell'universo dopo l'idrogeno. Tra gli attori più lunari del panorama cinematografico italiano, Germano incarna qui un individuo speciale, che semplicemente non ubbidisce alle leggi di gravità. Oscar lo vediamo fluttuare in aria appena nato nella scena che apre il film, appeso al cordone ombelicale come il palloncino di un bambino.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Forte di un budget più consistente dovuto al coinvolgimento produttivo di Netflix, Bonfanti si è avvalso di alcune delle tecnologie di Gravity di Alfonso Cuarón per far volare Oscar, con effetti supervisionati dalla italiana EDI con la belga Digital District e NetFX, la società di effetti visivi Netflix a Los Angeles. Ma L'uomo senza gravità non è un film di supereroi. Nato in un piccolo paesino, Oscar (interpretato da ragazzino da Pietro Pescara), viene tenuto nascosto dalla iperprotettiva mamma (Michela Cescon) e dalla nonna (Elena Cotta) che temono la curiosità della gente di fronte ad un fenomeno che ha del magico. Solo un'amichetta di Oscar scopre il suo segreto, ed è la donna che l'uomo senza gravità ritroverà in età adulta, dopo essere fuggito dalla morsa familiare, aver trovato la fama televisiva con un ambiguo manager (Vincent Scarito) che lo esibisce come un fenomeno da circo, ed essersi infine ritrovato a dover scegliere tra la solitudine della straordinarietà pubblica e la libertà dell'essere normale. Un film lieve, dai mille riferimenti letterari e cinematografici, che sfida il pubblico globale di Netflix con la sua invocazione alla purezza. Molto accurato il lavoro del direttore della fotografia Michele D'Attanasio, come pure il montaggio di Giogiò Franchini e Sarah McTeigue e le scenografie di Tonino Zera.

L’uomo senza gravità è una produzione Isaria Productions e Zagora con Rai Cinema, coprodotta dalla belga Climax Films, con il sostegno del MiBACT, della Regione Lazio, e dell’IDM Südtirol – Alto Adige, e con il sostegno del Governo Federale Belga, BNP Paribas Fortis Film Finance. Vendite internazionali di Fandango Sales e distribuzione mondiale Netflix. Il film sarà disponibile su Netflix dall’1 Novembre, preceduto da una uscita evento nelle sale italiane il 21, 22 e 23 ottobre con Fandango.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy