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LONDRA 2019

Recensione: Us Among the Stones

di 

- Tre generazioni di una famiglia eccentrica si incontrano per una riunione nella loro vecchia casa di Dartmoor, nel secondo film di D.R. Hood dopo Wreckers nel 2011

Recensione: Us Among the Stones
Anna Calder-Marshall e Oliver Cotton in Us Among the Stones

D.R. Hood è una regista britannica che ha trovato la sua nicchia esplorando le famiglie in crisi, in particolare i dolori affrontati da fratelli e sorelle adulti. Il suo secondo lungometraggio, Us Among the Stones [+leggi anche:
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scheda film
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, rappresenta un miglioramento significativo e uno sforzo formale più compiuto rispetto al suo debutto, Wreckers (interpretato da Claire Foy e Benedict Cumberbatch). Il film è stato presentato in anteprima mondiale la scorsa settimana nella sezione Journey del BFI London Film Festival. Il memorabile cast è composto da un gruppo di talenti emergenti e affermati nel Regno Unito, con Laurence Fox, Anna Calder-Marshall e Raia Haidar nei ruoli principali.

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Certi registi britannici continuano a tornare a questo genere di dramma familiare cechoviano. A partire da film come Fanny e Alexander e Festen, questo sotto-genere funziona perché sembra inglobare tante cose sottili su di noi in quanto persone. Us Among the Stones soffre un po' di eccessiva familiarità; tuttavia, è realizzato in modo meditato ed è recitato con sensibilità, e presenta un elemento sperimentale con le sue esplosioni di montaggio non lineare intessute di volta in volte nell'azione principale. I più efficaci di questi passaggi, che consistono in una successione rapida di fotografie, primi piani soft-focus e voci mormorate, ricordano quelli di Terence Davies e Andrew Kötting. Si pensa anche alla lunga sequenza "vacanze" in Withnail & I, al netto di tutte le battute e della leggerezza.

Il film inizia con una soggettiva camera a spalla del trentenne figlio della famiglia Owen (Fox) che percorre una strada di campagna. È arrivato per quello che probabilmente sarà l’ultimo compleanno di sua madre Marianne (Calder-Marshall), che è costretta a letto da una malattia terminale e ha bisogno di cure domiciliari costanti. Owen arriva alla loro fatiscente fattoria di epoca medievale, e il primo atto segue gli arrivi successivi di altri membri della famiglia, un po' come nuovi ingredienti di un minestrone male assortito. Il film si attiene al punto di vista di Owen quando incontriamo suo padre, Richard (Oliver Cotton), con il quale ha una relazione tesa, ma affettuosa. Ma questo non è nulla in confronto alla complicatezza dei suoi legami con suo fratello Danny (Jethro Skinner) e suo zio Jack (Greg Hicks), in cui puoi annusare il risentimento e vecchie diatribe pronte a riemergere in superficie.

La miscela di drammaticità realistica e intermezzi sperimentali dura per buona parte della prima metà di questo film compatto, prima che inizi a dare il via a più trame. Alla fine, Us Among the Stones è imperfetto così come il film precedente della regista, Wreckers. Hood brilla nel trasmettere l'umore e nell'evocare l'atmosfera delle grandi famiglie confinate in questi villaggi rurali inglesi, appesantite dall'atmosfera fangosa e dalle loro stesse nevrosi. La recitazione scava sotto la pelle, evitando la teatralità con primi piani intimi e dialoghi accuratamente miscelati e sovrapposti. Quando il film raggiunge il suo culmine, inizi a sentirlo piegarsi sotto il suo stesso peso, mentre le rivelazioni melodrammatiche si accumulano goffamente.

La trama non è gestita in modo elegante, ma questo gli si addice, giacché la vita familiare è di per sé disordinata e impegnativa. C'è una dimensione psichedelica e sognante in questo film: Owen parla di aver preso accidentalmente l'LSD da bambino, e una bambola cullata da una zia talvolta si materializza in un bambino in carne e ossa. Us Among the Stones è anche un addio alla bohème degli anni '60 e all'amore libero: il cupo "mattino dopo" successivo a un brutto viaggio.

Us Among the Stones è una produzione britannica, guidata da Thembisa Cochrane e Georgie Paget, di Caspian Films. È anche prodotto da Likely Story, in associazione con Storyhouse.

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(Tradotto dall'inglese)

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