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SAN SEBASTIAN 2019 Concorso

Recensione: The Other Lamb

di 

- Il primo film in lingua inglese di Malgorzata Szumowska ricompensa ampiamente coloro che sono pronti a scoprire la setta

Recensione: The Other Lamb
Raffey Cassidy in The Other Lamb

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affronta il tema del patriarcato in modo fantasioso e riflessivo, dando allo spettatore lo spazio per trarre le proprie conclusioni. Il dramma che ruota attorno a una setta, chiamata Flock (gregge), è in concorso al Festival di San Sebastián e al London Film Festival, dopo la sua prima mondiale come Special Presentation al Toronto Film Festival.

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La regista polacca Malgorzata Szumowska si è costruita una formidabile reputazione realizzando film ambigui e aperti sulla dinamica del potere di genere e sul moralismo religioso. I risultati sono volutamente ottusi, pensati per scatenare il dibattito e mettere in discussione le norme sociali. Elles [+leggi anche:
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Il primo film in lingua inglese di Szumowska, The Other Lamb, guarda ancora una volta all'aspetto spirituale della vita e porta questo tema del patriarcato all'estremo. È raccontato attraverso i grandi occhi della quindicenne Selah (l’emergente star britannica Raffey Cassidy), che ha conosciuto la vita solo come parte del Gregge. La setta è guidata da Shepherd (pastore, Michiel Huisman), che si colloca al centro della comunità nelle vesti di Dio, padre e marito. Il Gregge, poiché ci sono solo donne, sono le sue mogli o le sue figlie. E se sei una figlia, come Selah, raggiungerai la pubertà e diventerai moglie. Ciò che rende The Other Lamb una visione così scomoda, stimolante e brillante è che avanza l'idea che questo sistema possa funzionare solo con il permesso delle donne. Le mogli lamentano il fatto che Shepherd una volta le guardava con gli stessi occhi languidi che ora getta sulle figlie. I movimenti ampi e circolari della camera fanno sì che queste mogli sembrino una congrega. È sconcertante e fa parte dei messaggi contrastanti che questo inquietante dramma invia.

Ambientato nel presente, la congrega costruisce case nella foresta (il film è girato in uno splendido paesaggio irlandese), e il gruppo cambia location solo quando irrompe il mondo esterno. Le autorità si interessano, ma non sembrano troppo infastidite fintanto che non vengono commessi reati gravi. La relazione tra questi outsider e il sistema ricorda quella esplorata da Debra Granik nel sottovalutato Leave No Trace. A Shepherd basta dire che le donne saranno prese da lui per farle aderire. C'è simbolismo ovunque.

Selah è vista come unica, in quanto figlia di una misteriosa figura materna di cui si parla continuamente in termini mitici. Ci sono cenni di una svolta invisibile circa l'identità di sua madre. È morta o scomparsa, come siamo portati a credere? O potrebbe essere la sposa emarginata? Interpretata in modo strano e sanguinario dall'eccellente Denise Gough, la sposa emarginata parla sempre della madre in modo elogiativo e mostra un atteggiamento materno nei confronti di Selah, quindi è decisamente possibile che possa essere lei. Ci sono parallelismi nel modo in cui Shepherd tocca entrambe le donne e nella loro propensione a ribellarsi. È un film affascinante e complesso, aperto a molte interpretazioni.

The Other Lamb è prodotto da Zentropa Belgium, Umedia (Belgio), Rumble Films (Stati Uniti), Subotica Productions Limited (Irlanda) e Rooks Nest Entertainment (Regno Unito), con il supporto di Screen Ireland. Le vendite internazionali sono curate da TrustNordisk.

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(Tradotto dall'inglese)

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