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LOCARNO 2019 Fuori concorso

Recensione: Parents

di 

- Il film del duo di registi svizzeri Eric Bergkraut e Ruth Schweikert ci introduce per mano nell’intimità di una famiglia moderna alle prese con le difficoltà del quotidiano

Recensione: Parents
Eric Bergkraut, Elisabeth Niederer ed Elia Bergkraut in Parents

Per il loro primo lungometraggio di finzione Parents [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
(presentato Fuori Concorso al Locarno Film Festival), Eric Bergkraut e Ruth Schweikert hanno scelto di scontrarsi frontalmente con un nucleo famigliare inteso non tanto come oasi di pace ma piuttosto come ring dove tutti i colpi sono permessi.

Parents è una commedia grottesca che mette in scena una famiglia alle prese con dei cambiamenti esistenziali difficilmente controllabili. Una coppia di Zurigo crede di aver fatto tutto il necessario per preparare i figli alla vita adulta. La realtà si rivela però molto diversa. Gli ex pargoletti modello si sono trasformati in indiavolati ed anarchici ventenni pronti a tutto pur di evitare ogni responsabilità. La corda (ma forse sarebbe meglio parlare di cordone ombelicale) che unisce figli e genitori si spezza e i disperati “capi famiglia” decidono di abbandonare il nido famigliare. Ci sarà qualcuno che uscirà indenne da questa crudele battaglia?

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Parents è uno dei tre vincitori del Fast Track award (2018) dello Zurich Film Fund che ha come scopo quello di sostenere film filmati in modo “veloce e sporco”. Il film di Eric Bergkraut e Ruth Schweikert è stato girato in quindici giorni con un budget minimo e solo tre mesi di post produzione. L’idea di mettere in scena un nucleo famigliare sull’orlo di una crisi di nervi (per citare il titolo di un celebre film di Pedro Almodovar, maestro assoluto delle tragicommedie anticonformiste) nasce dalla mente di un duo di registi che è anche, nella vita reale, una coppia.

Tutti I membri della famiglia Bergkraut sono stati implicati nel progetto (anche se Ruth Schweikert, la madre, ha deciso di restare dietro la cinepresa) in una sorta di terapia collettiva ispirata dal reale. Come sottolineato dai registi stessi, il film non è prettamente documentario e non vuole nemmeno parlare della propria intimità in modo frontale. I personaggi di Parents interpretano personaggi fittizi sebbene siano legati da un reale legame famigliare.

“II pubblico non deve avere la sensazione di seguire un film basato su di una sceneggiatura. Deve sembrare come se la cinepresa avesse seguito un’intera famiglia per alcune settimane” ci dice Eric Bergkraut. Parents intriga in effetti perché è un’opera ibrida, una miscela improbabile tra finzione e realtà. I sentimenti che uniscono inevitabilmente i protagonisti sono forti ma il ruolo che interpretano è costruito, messo in scena. Eric Bergkraut e Ruth Schweikert sono riusciti ad amalgamare con brio questi due mondi paralleli che si fondono per regalarci un film inaspettato e a tratti esilarante.

Malgrado una colonna sonora che può risultare in certi momenti irritante, Parents non scade mai nel melodramma kitsch e pomposo. Quello che ci regala è piuttosto un “rugoso” squarcio di vita, un momento sospeso dove osservare le dinamiche spesso misteriose che uniscono i membri di una stessa famiglia.

Piuttosto che attraverso il classico campo-controcampo, Eric Bergkraut e Ruth Schweikert hanno deciso di filmare i protagonisti con dei piani sequenza molto più liberi. Questa presa di posizione tecnica (brillantemente sottolineata dal montaggio di Bigna Tomschin) permette al film di respirare e di non scadere in un esagerato manierismo. Parents è un film personale ma mai egocentrico, un ritratto onesto e sfacciatamente reale di quello che significa (nel bene e nel male) essere una famiglia.

Parents è prodotto dalla svizzera p.s. 72 productions.

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