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ANNECY 2019

Recensione: Away

di 

- La storia della produzione di questo film dell'animatore lettone Gints Zilbalodis è affascinante, ma è il risultato finale sul grande schermo ciò che impressiona davvero

Recensione: Away

I paesi baltici hanno una ricca storia di animazione, grazie a una vasta gamma di registi da Priit Pärn e Signe Baumane, ma è interessante vedere come l'animatore Gints Zilbalodis si ispiri ad autori lontani dalla sua nativa Lettonia. In Away [+leggi anche:
trailer
intervista: Gints Zilbalodis
scheda film
]
, che di recente è stato proiettato a Zagabria e ad Annecy (dove il film ha vinto il premio Contrechamp per il miglior talento emergente), piuttosto che scimmiottare il tradizionale stile di animazione disegnato a mano, Zilbalodis ha creato una lussureggiante opera in 3D CGI in cui gli anime giapponesi fanno capolino tra una miriade di altre influenze della cultura pop.

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Un ragazzo – che sarà il nostro protagonista senza nome per tutto il film – si sveglia appeso a un'imbracatura per paracadute nel bel mezzo di una foresta verdeggiante. Mentre si acclimata a ciò che lo circonda, un misterioso gigante – dalle intenzioni nere e imperscrutabili – inizia a perseguitarlo. Mentre scappa dal suo nuovo nemico, il nostro eroe trova un'oasi, la soglia della quale il suo nemico non può (o non vuole) oltrepassare. Ma mentre trova un po’ di tregua, il nostro eroe rischia di trovarsi troppo a suo agio con ciò che lo circonda. Dopo aver scoperto una mappa e una moto, deve decidere se continuare o meno il suo viaggio. La misteriosa creatura continuerà a seguirlo? Troverà una destinazione finale in cui potrà essere libero?

Stilisticamente, il film prende spunto dal lavoro di Hayao Miyazaki, con un'estetica che ha enormi somiglianze con classici come Ponyo (2008) e Il mio vicino Totoro (1988). Il nostro eroe umano e le simpatiche creature che in seguito lo accompagneranno nella sua odissea hanno l'aspetto a cui ci hanno abituati gli anime – con gli occhi spalancati e innocenti – e anche i brillanti colori primari richiamano il mondo dell'animazione giapponese. Inoltre i videogiochi sono un'influenza piuttosto netta qui, con opere come Shadow of the Colossus, Ico e Journey che si riflettono nell'universo che Zilbalodis ha costruito. C'è una sensazione costante che il mondo contenga molto più da esplorare di quanto non sia effettivamente mostrato sullo schermo, e in effetti, gli esperti fan del videogioco potrebbero desiderare di tanto in tanto di prendere il controllo del protagonista.

Dal punto di vista tematico, il film solca anche terreni culturalmente fertili, prendendo spunti dalla letteratura epica – è il "viaggio dell'eroe" – insieme a una trama surreale che incorpora aspetti e temi dell'adolescenza, il coming of age e persino questioni ambientali.

Ma il fatto di avere molteplici influenze non significa che va inteso come un derivato: Away è un film completo e soddisfacente di per sé. Certo, parte della sua impressionante natura deriva dalla natura della sua produzione: l'intero film è stato creato da Zilbalodis da solo, senza crew. L'animazione, la musica (che è anche una parte eccellente e importante del film) e il montaggio sono stati tutti realizzati da lui, e a livello tecnico, è un risultato sorprendente.

Ma al di là della sua magia tecnica, Away è di per sé un esempio coinvolgente di creazione di un mondo, e una masterclass sulla costruzione di una trama avvincente senza far ricorso ai dialoghi.

Il film lettone – rappresentato dall’americana Cinema Management Group – è già stato acquisito in territori come il Medio Oriente e la Polonia. Con il passaparola che lo sta già accompagnando, si prevede in futuro un maggior numero di vendite, così come una bella carriera nei festival.

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(Tradotto dall'inglese)

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