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SHEFFIELD DOC FEST 2019

Recensione: My Father the Spy

di 

- Il documentario di Gints Grube e Jaak Kilmi esplora la vita segreta di un agente doppiogiochista all'epoca della Guerra Fredda attraverso il viaggio nel passato che intraprende sua figlia

Recensione: My Father the Spy

My Father the Spy, scritto e diretto dal filmmaker lettone Gints Grube (Sounds Under the Sun) e il suo collega estone Jaak Kilmi (Disco and Atomic War [+leggi anche:
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), racconta la storia di Ieva Lesinska, la cui vita è stata sconvolta dopo che è stata trascinata nel vortice della Guerra Fredda dal padre agente doppiogiochista. Il documentario, che è stato presentato in anteprima mondiale allo Sheffield Doc/Fest di quest'anno, l'8 giugno, segue Ieva in un viaggio attraverso i suoi ricordi e i luoghi fisici del passato mentre cerca di districare i segreti che circondano suo padre. Incontriamo Ieva per la prima volta nell'odierna Riga, dove lei e Jaak Kilmi guardano alcune delle sue vecchie foto.

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"Che ricordi hai di te stessa? Eri una persona felice?", chiede Kilmi. La risposta è negativa. E sembra che una nuvola nera pesi ancora sulla sua testa – una vita che va oltre ogni fantasia e che ha chiaramente lasciato il suo segno.

Nel 1978, Ieva era una studentessa universitaria in Lettonia quando suo padre, Imants, un traduttore sovietico che lavorava alle Nazioni Unite, la invitò a fargli visita a New York. Dopo un mese negli Stati Uniti, Imants mise sua figlia davanti a una decisione difficile. Stava defezionando, e costrinse Ieva a scegliere tra andare all'ambasciata sovietica e denunciare suo padre come traditore, o stare con lui, ma rinunciare alla sua vita in Lettonia.

Ieva decise di restare con Imants, lasciando la madre disperata dietro la Cortina di ferro. Anche se la sua vita da quel momento in poi si è intrecciata con quella di suo padre, non si sono mai avvicinati davvero e lui è sempre rimasto un mistero.

Grube e Kilmi applicano diverse tecniche di storytelling nel corso del documentario. Scene di osservazione si fondono con materiali d'archivio e rievocazioni di ricordi di Ieva, catturati da foto che ricordano la vita negli anni '70. La voce fuori campo in prima persona che accompagna i materiali d'archivio e le foto ricreate offre una visione profondamente personale di quei momenti. Sono pieni di dolore e conflitto interiore, ma sono anche intrisi di meraviglia quando descrivono la scoperta di un mondo nuovo e libero.

La ricostruzione di alcuni degli eventi chiave della vita di Ieva si traducono in scene visivamente coinvolgenti ed emozionanti. Inoltre, sembrano dare alla nostra protagonista l'opportunità di affrontare il proprio passato mentre guida gli attori attraverso i suoi ricordi. Le interviste con i familiari e le persone che conoscevano Imants gettano un po' di luce sulla sua vita mentre Ieva procede nel suo viaggio.

Anche se è la storia di una singola famiglia, My Father the Spy offre anche uno sguardo più ampio sulla Guerra Fredda, dietro la facciata costruita da entrambe le parti. I vari filoni narrativi che Grube e Kilmi hanno dovuto intrecciare formano un insieme avvincente che documenta una famiglia insolita. È una storia di spionaggio della vita reale, lontana dal fascino convenzionale del genere, che mostra la triste realtà e gli effetti duraturi di condurre una doppia vita.

My Father the Spy è una coproduzione lettone-tedesca-ceca-estone, guidata da Mistrus Media, 8Heads Productions, Kick Film e Pimik. Le sue vendite internazionali sono gestite dalla canadese Syndicado Film Sales.

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(Tradotto dall'inglese)

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