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TRANSILVANIA 2019

Recensione: The Humorist

di 

- Ambientato in Unione Sovietica nel 1984, il film d'esordio di Michael Idov si concentra su uno showman tormentato dalla mancanza di libertà artistica

Recensione: The Humorist
Aleksey Agranovich in The Humorist

Tra i 12 titoli in concorso per il premio principale al Transilvania International Film Festival di quest'anno (31 maggio-9 giugno), The Humorist [+leggi anche:
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, debutto alla regia di Michael Idov (uno dei co-autori di Summer [+leggi anche:
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intervista: Ilya Stewart
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di Kirill Serebrennikov) è tutt'altro che una commedia. Ambientato nell'agosto-settembre del 1984, il film ritrae una settimana nella vita di un famoso comico ebreo-russo e scrittore fallito di nome Boris Arkadiev (Aleksey Agranovich). Eppure, come chiarito dal titolo, Arkadiev è più un umorista che un comico, nel senso che riesce a cavarsela principalmente compiacendo e soddisfacendo i desideri di importanti personaggi del KGB, indipendentemente da quanto umilianti possano essere. Ancora più frustrante, le battute che pronuncia davanti al pubblico sembrano avere poco a che fare con quelle che vorrebbe realmente dire.

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"Il KGB è il suo più grande fan; Boris si esibisce nella sauna di un generale ogni settimana", Simon, un amico del protagonista, svela malevolmente a un gruppo di altri amici comuni a cena, provocato dall'arroganza di Arkadiev e forse infastidito dal suo status di celebrità. Personaggio intrigante, tormentato non solo dalle restrizioni del regime alla libertà creativa, ma anche dal disprezzo degli altri e dalle proprie insicurezze, Arkadiev lascia la cena con la compagna di Simon, una giovane rossa che, sentendo "andiamo" indirizzato a lei dall'intrattenitore di fronte a tutti, obbedisce senza proferire parola.

Con una sceneggiatura scritta da Idov insieme a sua moglie, Lili Idova (la terza co-sceneggiatrice di Summer di Serebrennikov), il film prende il suo tempo per svelare i conflitti e le motivazioni del protagonista, ed è dopo un po’ che vediamo Boris Arkadiev tornare a casa dalla sua famiglia – una moglie, una figlia di sei anni e un figlio adolescente che risulta essere uno dei critici più severi di suo padre. Come cercando di avvicinare i suoi spettatori allo stato di confusione in cui è immerso il protagonista, The Humorist di tanto in tanto induce il pubblico in errore e ostacola la comprensione immediata degli eventi rappresentati. A volte, questo effetto deriva dall’uso di ellissi. Così, quando gli agenti del KGB bussano alla porta di Arkadiev a notte fonda (e dato che è impossibile stabilire se il personaggio stesso abbia idea di quale ne sia il motivo), siamo portati a chiederci se, ad uno spettacolo della sera precedente, l'umorista abbia effettivamente trasformato in realtà la sua idea di mostrare un numero comico nuovo e non ancora approvato.

Tuttavia, una volta svelata, la ragione potrebbe essere sorprendente: chi si sarebbe mai immaginato che il viaggio misterioso che segue (contrassegnato da una serie di elementi noir) avesse qualcosa a che fare con gli astronauti e i loro desideri? Sorprendono, almeno fino a un certo punto, anche le conseguenze del pericoloso sfogo di Arkadiev, quando gli viene chiesto di esibirsi nuovamente per i leader del KGB alle terme.

Prima dei titoli di coda, The Humorist riprende la sua scena d'apertura-prologo, un frammento di un film immaginario, il cui ruolo ora può essere meglio compreso – e che può anche apparire come una condensazione di tutti i temi trovati nel film. Nonostante sia ambientata nell'URSS negli anni '80, la storia narrata nel film d'esordio di Idov attira la nostra attenzione sulle questioni che gli artisti che lavorano in Russia devono affrontare anche oggi.

The Humorist è prodotto dalla russa Metrafilms con la compagnia ceca Sirena Film e la lettone Tasse Film. Le vendite mondiali sono gestite da m-appeal.

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(Tradotto dall'inglese)

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