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CANNES 2019 Cannes Classics

Recensione: Forman vs. Forman

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- CANNES 2019: Il documentario di Helena Třeštíková e Jakub Hejna su Miloš Forman giustappone la vita e la produzione artistica del regista in Cecoslovacchia e negli Stati Uniti

Recensione: Forman vs. Forman

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, l’ultimo documentario biografico sul grande cineasta ceco Miloš Forman, nato dallo sforzo collaborativo dei registi connazionali Helena Třeštíková e Jakub Hejna (dopo Doomed Beauty del 2016 sull’attrice Lída Baarová),ha fatto il suo debutto mondiale nella sezione Cannes Classics del Festival di Cannes

Attraverso un approccio cronologico e utilizzando filmati d’archivio dai film di Forman, le prime interviste e i documentari, l’archivio privato e le parole stesse del regista tratte dalla sua autobiografia What Do I Know?, Třeštíková e Hejna inquadrano la vita del regista e la sua produzione creativa facendo soprattutto riferimento alla relazione tra i suoi anni in Cecoslovacchia e il successivo esilio negli Stati Uniti d’America. 

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Partendo dall’infanzia di Forman trascorsa senza genitori, che morirono ad Auschwitz, e proseguendo verso i primi anni alla FAMU, i due registi intessono la storia, complessa ma facile da seguire, di un uomo particolarmente coinvolgente, sia come oratore che come regista. 

“La nostra maggiore aspirazione era reagire all’enorme stronzata che era stata prodotta all’epoca… L’essenza della noia!” dice Forman riguardo al cinema cecoslovacco degli anni Sessanta del secolo scorso. Al contrario, era impressionato dal cinema neorealista italiano, che si riflette in Audition, e nel suo secondo film Black Peter, nella rappresentazione di persone vere con problemi reali. 

Il suo successo internazionale, Gli amori di una bionda (1965), è stato il primo film a risvegliare la critica occidentale nei confronti del cinema al di là della Cortina di Ferro, e Al fuoco pompieri! è stato un esempio delle incredibili cose che succedevano nella sua vita. Dapprima bandito a casa, poi rilasciato dopo l’ascesa al potere di Dubček, fu invitato a Cannes nel 1968 – che venne cancellato proprio nel giorno della sua prima. Nel 1970, fu invitato negli Stati Uniti per “realizzare un film sugli hippy” e invece se ne uscì con Taking Off, che narrava di genitori inetti e dei loro figli fuori controllo: un flop al botteghino ma vincitore del Grand Prix di Cannes. Forman racconta di come abbia speso due anni a vivere nel famoso New York Chelsea Hotel, alle prese con la depressione, fino a che Michael Douglas e Saul Zaentz gli proposero di dirigere Qualcuno volò sul nido del cuculo, che lo portò al suo primo Oscar. 

Forman spiega come ritrovò la storia di un individuo contro un’istituzione a lui molto familiare: “Il partito comunista era la nostra grande madre che ci diceva quello che potevamo e non potevamo fare”. Třeštíková e Hejna utilizzano una combinazione di approcci, biografico e politico, per commentare ogni suo film. Ragtime era un film sull’orgoglio e la dignità di un uomo, Larry Flynt - Oltre lo scandalo trattava della libertà d’espressione, e la storia delle riprese di Amadeus a Praga sarebbe di per sé un fantastico documentario, con il suo miscuglio di politica, arte, scontri culturali e sul rapporto tra l’artista che crea e l’opera d’arte creata.

Forman si vedeva più come una specie di Salieri invece che un Mozart: "Sempre a invidiare Bergman, Fellini, Antonioni…". Un artista terra terra, pragmatico ma immensamente creativo; è stato anche un padre di due coppie di gemelli avuti da due mogli, e il cui più grande insuccesso, Valmont, usciva nello stesso momento in cui cominciava la Rivoluzione di velluto, guidata dal suo compagno di scuola Václav Havel. L’approccio biografico-politico di Třeštíková e Hejna potrebbe sembrare eccessivamente comodo, ma di sicuro è abbastanza ravvicinato e perfettamente adeguato a un biopic di 78 minuti. 

Forman vs. Forman è una coproduzione della società di Praga Negativ e della francese Alegria Productions, con la partecipazione di Czech Television e ARTE France. Negativ gestisce anche i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese da Gilda Dina)

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