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MÁLAGA 2019

Recensione: La filla d'algú

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- Un nutrito gruppo di studenti dell'ESCAC firma questo dramma teso che segue per alcune ore una donna, interpretata da Aina Clotet, il cui mondo vacilla

Recensione: La filla d'algú
Aina Clotet in La filla d'algú

La sezione ZonaZine del 22º Festival de Málaga. Cine en Español ha riservato, ancora una volta, molte sorprese: tra queste, la pellicola argentina Yo niña di Natural Arpajou, su una ragazza cresciuta lontano dalla società, dalla sua famiglia, nella bella ma inospitale Patagonia; il film cileno Perro bomba di Juan Cáceres, e, soprattutto, Ojos Negros [+leggi anche:
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intervista: Marta Lallana, Ivet Castelo
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del duo formato dai giovanissimi Marta Lallana e Ivet Castelo, che sono riusciti a far sì che il loro lavoro di fine studi all’Università Pompeu Fabradi Barcellona non solo fosse sostenuto da una produzione (Nanouk Films), ma che ottenesse anche la Biznaga d’argento per il miglior film spagnolo di questa sezione del festival. Tra i premiati c’è anche l’attrice Aina Clotet – miglior interpretazione femminile della sezione –, protagonista di La filla d'algú [+leggi anche:
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, altro lavoro collettivo e corale realizzato dagli studenti della ESCAC. Escuela Superior de cine y del audiovisual de Cataluña che si sono meritati lodi e applausi per il loro coraggio, audacia e maturità.

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All’ampio gruppo di registi – che si sono spartiti le diverse sequenze che compongono il film, coordinati dal regista Sergi Pérez (El camino más largo para volver a casa [+leggi anche:
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intervista: Sergi Pérez
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) – si sommano altrettanti sceneggiatori (17), direttori della fotografia (10), produttori (7), montatori (9), ingegneri del suono (6) e scenografi (10). L'elenco completo della squadra occuperebbe l’intero spazio di questo articolo, ma non sarebbe giusto non menzionare i suoi massimi responsabili: Marcel Alcántara, Júlia De Paz Solvas, Sara Fantova, Guillem Gallego, Celia Giraldo, Alejandro Marín, Valentin Moulias, Gerard Vidal, Pol Vidal, Enric Vilageliu e Carlos Villafaina. Un vero miracolo coordinare idee, obiettivi e visioni del gruppo per dar vita a un'opera di grande forza drammatica, discreta suspense e una messa in scena influenzata dai film dei fratelli Dardenne e del nuovo cinema rumeno.

Perché la videocamera segue, sempre attaccata a lei, quasi in tempo reale, per 72 minuti il personaggio centrale: Eli, un’avvocatessa di 30 anni (interpretata da Clotet), in avanzato stato di gravidanza del suo primo figlio, il cui padre scompare il giorno in cui lei deve affrontare un importante processo di grande risonanza mediatica. Da quel momento inizia una percorso di ricerca per chiarire i misteri familiari che fino ad allora le erano stati nascosti... o che non aveva voluto vedere.

Con questo progetto di fattura impeccabile, la ESCAC (centro formativo per il quale sono passati numerosi cineasti come, fra gli altri, Kike Maillo, Mar Coll, Roser Aguilar, Elena Trapé, Álex Pastor, Javier Ruiz Caldera e J.A. Bayona) professionizza il lavoro dei suoi studenti integrandolo nel mercato cinematografico, facilitando così l'accesso dei suoi allievi all'industria dell'audiovisivo. Esempi di questa strategia sono film come Mi querida cofradía [+leggi anche:
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di Marta Díaz, che ha partecipato alla sezione ufficiale di questo stesso festival di Málaga appena un anno fa, e due titoli che sono passati precedentemente per ZonaZine: Desaparecer [+leggi anche:
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di Josecho de Linares, e Blue Rai di Pedro B. Abreu.

La filla d’algú, che ha anche ricevuto il premio Movistar Plus+ al miglior lungometraggio ZonaZine del Festival di Málaga, e il cui cast include Pep Ambròs, Marta Aguilar, Enric Auquer e Mercè Pons, è un film di ESCAC Films.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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