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ZAGREBDOX 2019

Recensione: Neighbors

di 

- Nel suo nuovo documentario, Tomislav Žaja esamina le possibilità per pazienti ed ex pazienti con disturbi mentali di essere reintegrati nella società

Recensione: Neighbors

Il regista croato Tomislav Žaja vanta già più di 50 titoli come produttore, regista o scrittore, che abbracciano diverse forme e format: la fiction (inclusi gli adattamenti televisivi di opere teatrali), il cinema sperimentale, il documentario, il corto e il lungometraggio. Tuttavia, è probabilmente più conosciuto per i suoi lavori nel genere del documentario di osservazione. Il suo ultimo film, Neighbors [+leggi anche:
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, è stato presentato in anteprima locale in Croazia alla fine dell’anno scorso, mentre la sua première a un festival si terrà allo ZagrebDox, nella competizione regionale.

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Dopo una citazione di Franz Kafka sulla libertà e un paio di riprese per far orientare gli spettatori e farli familiarizzare con le condizioni di vita degli ex malati di mente, montate in parallelo con una semplice sequenza di titoli di testa sullo sfondo di droni che riprendono la città croata di Osijek, compare un altro titolo che spiega, come stabilito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, come l’ospedale psichiatrico di Osijek stia chiudendo e i pazienti stiano per essere reintegrati nella società, potendo lentamente riprendere il controllo sulle loro vite. Nel suo precedente documentario da 30 minuti Free, Žaja aveva già affrontato il tema della reintegrazione sociale, concentrandosi su delle persone con disturbi dell’apprendimento trasferite dallo spazio chiuso di una struttura ospedaliera a quello più aperto di una casa di riposo. 

Neighbors, comunque, non è un sequel. E non è nemmeno una semplice evoluzione dal corto al lungometraggio. La posta in gioco è più alta, e il gruppo qui presentato è più eterogeneo. Una cosa che li accomuna tutti è la notevole quantità di tempo trascorsa nello spazio chiuso di strutture come quella da cui stanno per essere dimessi. (alcuni di loro ci hanno vissuto per tutta la vita) e il fatto di dover ricominciare da capo. Difficile sapere se ci riusciranno. 

Per fortuna, possono ricevere aiuto a seconda dei loro bisogni: alcuni di loro staranno in una sorta di casa di accoglienza per ex detenuti, altri hanno ereditato una proprietà, mentre diversi degli ex pazienti hanno colto l’opportunità per trovare un partner. Tutti vogliono vivere "come persone normali", ma per ognuno di loro ciò significa qualcosa di diverso: a volte il lavoro, l’amore o il sogno di avere dei figli, altre emigrare in Germania, riprendere i contatti con la propria famiglia, cercare un gatto che era stato smarrito o ricevere sostegno dal municipio per il volontariato svolto nella comunità. Per loro è più di una sfida, ma possono sempre affidarsi al loro allegro e amichevole terapista e a un eccezionale dottore con le idee fuori dagli schemi.

Žaja ha un tocco delicato, e si percepisce quanto tenga ai suoi protagonisti, che partecipano volontariamente al film. A volte parlano rivolgendosi direttamente alla telecamera, ma più spesso vengono ripresi durante i loro contatti con altri pazienti o l’ambiente esterno. Il suo obiettivo principale è offrire una visione generale del loro mondo, e per riuscirci, durante la sua realizzazione alcuni aspetti hanno dovuto essere sacrificati. Il risultato finale è un film profondo, informativo e acritico, dall’apparenza molto semplice più che raffinata, anche se le riprese di Jasenko Rasol hanno un certo tocco di classe, come il design del suono e la colonna sonora minimalista di Vjeran Šalamon. Anche l’abbondanza di campi lunghi esterni e situazionali contribuisce all’atmosfera di calma e al senso di ottimismo sul destino di queste persone, a cui finalmente per la prima volta è stata data una possibilità. 

Neighbors è una produzione Gral Film con il sostegno del Croatian Audiovisual Centre (HAVC).

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(Tradotto dall'inglese da Giada Saturno)

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