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BERLINALE 2019 Forum

Recensione: Monsters.

di 

- BERLINO 2019: La tormentata storia d'amore di Marius Olteanu, proiettata al Forum, esplora compromessi e pressione sociale

Recensione: Monsters.
Cristian Popa e Judith State in Monsters.

Monsters. [+leggi anche:
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, il primo lungometraggio del regista rumeno Marius Olteanu, presentato nella sezione Forum della 69ma edizione della Berlinale, potrebbe fare colpo al maggiore evento cinematografico in Germania con la sua storia d’amore ben pensata e stimolante. Il film riesce a coinvolgere il pubblico con una discussione sulla futilità dell’amore, ma anche sulla pressione sociale, il compromesso e il rumore schiacciante della modernità.

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La storia, scritta da Olteanu, è divisa in tre parti: all’inizio segue Dana (Judith State, conosciuta principalmente per il ruolo di moglie del protagonista in Sieranevada [+leggi anche:
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Q&A: Cristi Puiu
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di Cristi Puiu), che giunge a Bucarest in treno, piange in un bagno pubblico e poi cerca un taxi. La conversazione che intrattiene con il tassista (Alexandru Potocean) e una proposta inaspettata dimostrano che è a un bivio della propria vita. La seconda parte segue il marito di Dana, Arthur (Cristian Popa), mentre la terza parte li vede insieme.

Tra i punti di forza del film non ci sono grosse rivelazioni o grandi confronti, piuttosto un’analisi estremamente meticolosa di ciò che vogliono i personaggi, che li tiene uniti e che potrebbe persuaderli a optare per una separazione. Olteanu si concentra sui dettagli che sfidano il pubblico a decostruire la cronologia del film (nelle prime due parti gli eventi si svolgono contemporaneamente), cercando un senso per unire le prospettive separate di Dana e Arthur. Il film funziona anche senza questo sforzo da parte del pubblico, ma ogni prospettiva aiuta a vedere il quadro nel suo complesso, a rivelare il mistero del loro dramma e il motivo della loro sfida.

Concepito come una sinfonia per ciascuno dei personaggi e poi come un duetto, la sceneggiatura di Olteanu trabocca di una cacofonia di voci secondarie. Dai rumori della stazione ferroviaria alla ricerca frenetica del tassista di una canzone su varie stazioni radio, e dalla breve surreale conversazione amichevole alla chiacchiera durante la festa di battesimo, sembra che Dana e Arthur non possano mai essere soli con i propri pensieri. Questo frastuono, abilmente controllato dai sound designer Ioan Filip e Dan Ştefan Rucăreanu, è senza dubbio un dito puntato contro la confusione della vita moderna, una vita piena di informazioni irrilevanti e un rumore schiacciante.

Monsters. parla efficacemente di pressione sociale e compromesso, di come si debbano soddisfare le aspettative degli altri. È come se Dana e Arthur stessero vagando per una foresta pericolosa in cui degli animali selvaggi provano continuamente ad attaccarli, solo perché questo è ciò che fanno gli animali selvaggi. Da questo punto di vista, Şerban Pavlu sembra un grosso lupo cattivo nel momento - scritto in maniera eccellente - in cui sottolinea le insidie del sesso occasionale tra gay. Più si conoscono Dana e Arthur, più si comprende che non sono affatto loro ad essere dei mostri…

Sebbene la decisione di Olteanu di girare i primi due capitoli in formato quadrato non sia particolarmente nuova, funziona perfettamente a livello simbolico. Siamo davvero pronti a fare spazio per un’altra persona nella nostra vita? Siamo realmente capaci di accogliere qualcuno, vedendolo veramente non come un intruso ma un compagno a tutti i livelli? Oppure, da un altro punto di vista, siamo davvero pronti per lasciare andare ed evadere dalla prigione del passato, abbracciando sinceramente una decisione che ci catapulta senza ritorno verso un futuro imprevedibile?

Monsters. è prodotto dalla rumena Parada Film in coproduzione con Wearebasca. Il film è gestito a livello internazionale da Alpha Violet.

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(Tradotto dall'inglese da Gilda Dina)

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