email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2019 Panorama

Recensione: Western Arabs

di 

- BERLINO 2019: Omar Shargawi offre un documentario emotivo, coraggioso e intimo sulla complessa relazione con suo padre, Munir

Recensione: Western Arabs

Omar Shargawi (Al Medina1/2 Revolution) ha presentato nella sezione Panorama della Berlinale il suo nuovo documentario Western Arabs [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
. Il regista di Copenhagen ha un rapporto complicato e doloroso con suo padre, Munir, un uomo palestinese irascibile e aggressivo, diventato cittadino della Danimarca e sposato con una danese. Devastato dalla guerra nella sua terra di origine e dalla fuga coatta della famiglia dal proprio Paese natio, nonostante i tanti anni trascorsi in Danimarca, Munir non si è completamente integrato nella società danese e ha trasmesso al figlio i propri traumi. Omar ha una figlia, Dorthea, e per paura di diventare violento e testardo come suo padre cerca di evitare di replicare lo stesso modello comportamentale.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Dopo una breve scena girata all’interno dell’auto del regista, in cui Omar parla della violenta discussione che ha avuto con uno dei suoi fratelli, una sequenza visivamente potente – fatta di filmati d’archivio e vecchie immagini bellissime – introduce inequivocabilmente i temi principali del film, ossia la dislocazione culturale di Omar e la relazione spinosa con il padre. Omar ha il desiderio di scavare nel passato del padre per riconciliarsi a lui ma, come presto vedrà lo spettatore, Munir ha una personalità tormentata, a volte allegra e vivace, altre volte ostile e reticente. La relazione di Shargawi con la figura paterna è enigmatica e instabile, e la fotografia del documentario (opera di Aske Foss e del regista stesso) riflette la fragilità del legame. Il film è ricco di momenti di intimità rafforzati da primi piani tremolanti delle confessioni di Munir e Omar, consegnati direttamente alla videocamera.

Questi preziosi elementi visivi sono arricchiti non solo dalla splendida colonna sonora di Anders 'AC' Christensen, ma anche dalle registrazioni di alcune chiamate telefoniche accese e da varie speculazioni filosofiche su temi quali la religione, la guerra e l’odio.

È interessante come il regista abbia scelto d’intrecciare il materiale documentario insieme a scene di suoi precedenti film d’azione e thriller. Shargawi tende a coinvolgere il padre nella realizzazione dei suoi film e i suoi copioni spesso mostrano un dialogo che a casa viene represso. Il film evolve via via in una riflessione più ampia sulla non comunicazione tra i membri della famiglia e si concentra sui conflitti interiori di Omar e Munir, entrambi in difficoltà per superare il proprio passato e trovare pace. Nel viaggio di Omar verso la sua terra di origine e nei segmenti dei filmati d’archivio mostrati nel film, il conflitto israelo-palestinese, onnipresente nei dialoghi dei personaggi, diventa metafora della condizione mentale incerta che i due uomini condividono, e addirittura fornisce un’occasione di riflessione sul ruolo dei film per lo sviluppo della coscienza sociale. La scena finale è il vero culmine del film e premia l’attenzione dello spettatore con un messaggio universale pieno di speranza e felicemente privo di retorica.

Questo documentario, girato nel corso di dodici anni, ha avuto un processo di produzione turbolento. Il film alla fine è stato montato in cinque mesi, ma nel corso di un anno, dal talentuoso Thomas Papapetros. Il duro lavoro del regista è chiaramente visibile sullo schermo: il risultato è un film coraggioso, toccante che difficilmente non spingerà gli spettatori a immedesimarsi.

Western Arabs è prodotto da Eva JakobsenKatrin Pors e Mikkel Jersin per la società di Copenhagen Snowglobe in collaborazione con Frank Hoeve e Katja Draaijer per la Baldr Film di Amsterdam. Un ulteriore sostegno finanziario è stato garantito dagli enti Danish Film InstituteNetherlands Film Fund e Danish Broadcasting Corporation. La società di distribuzione berlinese Rise and Shine detiene le vendite internazionali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Gilda Dina)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy