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BERLINALE 2019 Concorso

Recensione: System Crasher

di 

- BERLINO 2019: Il primo lungometraggio di Nora Fingscheidt, uno dei quattro film in lingua tedesca in concorso a Berlino, pone l'asticella alta ed è potente sia in termini di forma che di contenuto

Recensione: System Crasher
Helena Zengel in System Crasher

Presentato in anteprima mondiale alla 69ma Berlinale (7-17 febbraio), System Crasher [+leggi anche:
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intervista: Nora Fingscheidt
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della giovane regista tedesca Nora Fingscheidt è un dramma sociale molto interessante, perfettamente fotografato e dotato di una sceneggiatura intelligente, autentica e avvincente. Il film ha vinto il premio Works in Progress a Les Arcs a dicembre ed è un concorrente molto promettente per l'Orso d'oro. Così come fece nel suo altrettanto eccellente documentario Ohne diese Welt (vincitore del Premio Max Ophüls nel 2017), Fingscheidt cattura i suoi personaggi con sensibilità, evitando di giudicarli o di offenderne la dignità.

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Benni (Helena Zengel) è una ragazzina selvaggia di nove anni che ha subito un trauma che le causa attacchi di panico e provoca regolarmente attacchi violenti verso se stessa e gli altri. Dal momento che la madre single, che deve prendersi cura dei suoi due fratelli più piccoli, non è in grado di gestirla, i servizi di assistenza all'infanzia del governo si prendono carico di lei e cercano di trovarle un ambiente favorevole. Mentre passa tra genitori adottivi, vari rifugi e persino ospedali, diventa chiaro che non esiste una soluzione permanente che funzioni. Nonostante gli instancabili sforzi dell'assistente sociale, la signora Bafané (Gabriela Maria Schmeide), le cose non migliorano. La sua ultima speranza risiede in Micha (Albrecht Schuch), un coach esperto di giovani adolescenti intrattabili, il cui compito è quello di accompagnare Benni a scuola. Il loro rapporto si sviluppa in modo molto intenso, e dopo aver trascorso alcune settimane insieme nella foresta, sembra che un punto di svolta sia all'orizzonte.

Un "system crasher" è la denominazione non ufficiale per i bambini che non rientrano in alcuna struttura esistente. Anche se ognuno fa il massimo e la tratta con empatia, Benni ha bisogno di un supporto estremamente impegnativo, molto più di quanto un normale funzionario possa offrirle. Questa frustrazione è palpabile in ogni momento durante il film di due ore e, in diversi punti, lo spettatore potrebbe ritrovarsi a desiderare che la storia finisca, tanto è doloroso seguire questi personaggi altamente espressivi e autentici. Ma una sconfitta segue l'altra, e a volte le cose non finiscono bene.

System Crasher è comunque in grado di trasmettere molto calore e anche una certa serenità infantile. La giovane attrice Helena Zengler (che era presente alla Berlinale anche lo scorso anno, nel film tedesco Dark Blue Girl [+leggi anche:
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scheda film
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di Mascha Schilinski) si rivela essere una forza della natura e un vero colpo da maestro per il film. La sua performance è incredibilmente sfumata, riflettendo sentimenti altamente convincenti di rabbia, gentilezza e disperazione. Tutti i ruoli adulti di supporto sono ugualmente interpretati in modo molto credibile, in particolare quelli eseguiti da Albrecht Schuch e Gabriela Maria Schmeide.

Fingscheidt spiega la sua decisione di usare una bambina di nove anni affermando che voleva evitare una categorizzazione eccessivamente semplicistica, in modo da rendere il dibattito più complesso. Non descrive una ragazzina alle prese con la pubertà e quindi evita di affrontare un "normale" periodo di ribellione infantile. System Crasher è un film che è molto difficile da dimenticare; lascia lo spettatore a disagio e scosso. A livello formale, ci viene presentato anche un lavoro coerente e sorprendente. Il lavoro di macchina di Yunus Roy Imer risucchia davvero lo spettatore nell'azione sullo schermo.

System Crasher è una produzione di Kineo Filmproduktion e Weydemann Bros, in coproduzione con Oma Inge Film e ZDF/Das kleine Fernsehspiel. Le vendite internazionali sono di Beta Cinema.

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(Tradotto dall'inglese)

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