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SUNDANCE 2019 Concorso World Cinema Documentary

Recensione: Sea of Shadows

di 

- Il documentario ambientale del regista residente a Vienna Richard Ladkani si presenta come un thriller ad alta tensione sul cartello della droga

Recensione: Sea of Shadows

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è un documentario sul disastro ambientale che si presenta come un film sul cartello della droga. Proiettato nel Concorso World Cinema Documentary al Sundance Film Festival, il lungometraggio del regista residente a Vienna Richard Ladkani segue i tentativi di un gruppo di ambientalisti di fermare il commercio illegale di totoaba nel Mare di Cortez in Messico. La vescica natatoria del pesce totoaba è ricca di collagene, e in Cina si crede che possegga un miracoloso potere curativo che migliora la struttura della pelle e rende le persone più giovani. Sul mercato nero, una di queste vesciche natatorie è più preziosa dell'oro e può essere venduta per decine di migliaia di dollari. Per i cartelli messicani, questi pesci sono essenzialmente cocaina acquatica. I cartelli faranno tutto il possibile per catturarli e venderli alla mafia cinese.

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Forse anche peggio del lato criminale del commercio del totoaba sono le reti da posta che questi pirati usano, che uccidono gran parte della vita marina in un ambiente così spettacolare che l'esploratore e cineasta francese Jacques Cousteau lo descrisse come "l'acquario del mondo". "In queste acque nuota anche la focena vaquita, una sottospecie di balena che è il mammifero oceanico più minacciato sulla Terra. Con meno di 15-30 vaquita ancora in vita oggi, non ci vorrà molto prima che si estinguano.

Una volta stabilito il contesto, Ladkani realizza un film d'azione. È un documentario pieno di contrabbandieri, eco-guerriglieri, il cartello, la mafia cinese e funzionari governativi corrotti. Persino Michael Mann avrebbe faticato a trovare così tante connessioni. I nostri eroici protagonisti sono un pugno di gruppi e individui disparati che devono riunirsi e mettere in comune le loro risorse per combattere il potere del famoso barone del cartello. C'è Andrea Crosta, co-fondatore della Elephant Action League; la dottoressa Cynthia Smith, program manager presso VaquitaCPR; Jack Hutton, un operatore di droni per Sea Shepherd; Carlos Loret De Mola, uno dei più noti conduttori televisivi messicani; Javier Valverde, un pescatore di San Felipe; e alcuni investigatori anonimi i cui volti sono schermati per proteggere la loro identità. Ladkani intreccia queste storie con un misto di interviste, voci fuori campo, drammatici filmati ripresi dai droni e sequenze live-action.

La tensione sale, ad esempio, con scene di navi che inseguono barche da pesca. Ladkani sottolinea la natura quotidiana di questi inseguimenti, che possono quindi risultare ripetitivi. Vuole mostrare quanto sia impegnativo il tentativo di salvare la vita marina e come i guerriglieri mettano in pericolo la loro vita. È un documentario che evidenzia l'orribile verità di quanto sia difficile fermare qualsiasi commercio illegale organizzato che valga milioni di dollari. Sarà interessante vedere se Sea of Shadows avrà gli stessi risultati di The Ivory Game di Ladkani, che portò il governo cinese a vietare il commercio dell'avorio due mesi dopo il rilascio del film su una piattaforma VoD. Dopo la presentazione al Sundance, il National Geographic Documentary Films ha acquisito i diritti mondiali di Sea of Shadows per un valore di $3 milioni, il che dovrebbe contribuire a gettare luce su questa situazione straziante.

Sea of Shadows è prodotto dall’austriaca Terra Mater Factual Studios, in associazione con Leonardo DiCaprio, Appian Way, Malaika Pictures e Wild Lens Collective.

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(Tradotto dall'inglese)

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