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IFFR 2019 Concorso Bright Future

Recensione: End of Season

di 

- Il film di Elmar Imanov, vincitore del Premio FIPRESCI della sezione Bright Future dell’IFFR, ritrae i limiti della modernità nella società dell’Azerbaigian contemporaneo attraverso un inquietante dramma familiare

Recensione: End of Season
Zulfiyye Qurbanova in End of Season

Il regista, produttore e sceneggiatore azero residente in Germania, Elmar Imanov, ha presentato il suo primo lungometraggio End of Season [+leggi anche:
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nel concorso Bright Future del 49° International Film Festival Rotterdam. Il film, vincitore del Premio della Critica FIPRESCI alla manifestazione olandese, mostra la disintegrazione di una piccola famiglia imprigionata in un appartamento della periferia borghese della capitale. Questo film eccellente, co-sceneggiato a quattro mani dal regista e da suo fratello Anar Imanov, comincia attenendosi ai cliché del dramma familiare. Ma la descrizione della frustrazione coniugale sofferta dai protagonisti non è altro che un pretesto per accedere alla denuncia sociale che sta dietro la finzione. A metà della sua durata, il film svela la sua critica del comportamento stravagante che i bakuniani ex sovietici hanno adottato da quando l'Azerbaigian è stato catapultato nel capitalismo.

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L'ampio prologo che occupa i primi quarantacinque minuti di End of Season presenta tre esseri che vivono sotto lo stesso tetto, senza conoscersi veramente. Si tratta di tre membri di una famiglia, arresi all'infelicità e all'alienazione, che condividono solo i loro legami di sangue e il desiderio di fuggire da quella prigione. Per prima cosa incontriamo il figlio Mahmud (Mir-Movsum Mirzazade): l'unico che cerca di realizzare il suo sogno con un certo buonsenso. Così, l'adolescente trascorre le sue giornate alla ricerca di un appartamento per attuare la sua agognata emancipazione dalla famiglia. All'altro estremo, invece, c'è il patriarca disfunzionale. Samir (Rasim Jafarov) incarna il prototipo del padre e del marito assente che evade scolandosi bottiglie di whisky di nascosto. Più tardi, incontriamo la chiave di questa storia. La madre, Fidan (Zulfiyye Qurbanova), scatenerà il caos quando fuggirà senza lasciare traccia, imitando l'iconica e inspiegabile scomparsa di Lea Massari in L'avventura.

L'assenza, così come l'eventuale ricomparsa della donna, mettono in allerta chi è rimasto a lungo addormentato, come accadeva nel capolavoro di Michelangelo Antonioni. Tuttavia, sebbene i protagonisti di End of Season condividano la stessa inerzia esistenziale della ricca società italiana degli anni Sessanta che Antonioni ha messo in scena nel corso della sua carriera, i fratelli Imanov aggiungono la transizione dal comunismo al capitalismo a questa equazione. Gli scrittori hanno infatti definito il loro film come una rappresentazione di quel clima di incertezza in cui vivono gli azeri, intrappolati tra la tradizionale società del passato e la presunta modernità liberale che gli tocca vivere a immagine e somiglianza dell'Occidente.

End of Season è prodotto dalla compagnia tedesca Color of May. Le vendite nel mondo sono curate da Pluto Film.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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