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SUNDANCE 2019 Concorso World Cinema Documentary

Recensione: Cold Case Hammarskjöld

di 

- Il provocatorio documentarista danese Mads Brügger è tornato con quello che potrebbe rivelarsi il suo più intrigante, e cinematicamente compiuto, lavoro fino ad oggi

Recensione: Cold Case Hammarskjöld

Mads Brügger ha consegnato uno dei film di maggior impatto del Sundance Film Festival di quest'anno con il suo incendiario Cold Case Hammarskjöld [+leggi anche:
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intervista: Mads Brügger
intervista: Mads Brügger
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. Presentato anche al Göteborg Film Festival questa settimana, prima di uscire in Danimarca il 7 febbraio, questa provocatoria indagine sulla morte del segretario generale dell'ONU svedese Dag Hammarskjöld nel 1961 potrebbe consacrare Brügger come un maestro del documentario moderno.

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All'inizio del film, Brügger ci immerge in uno spazio cinematografico immediatamente disorientante: scene di lui che detta la sceneggiatura del film a due segretarie congolesi sono inframezzate da lui in Zambia che si prepara a indagare sul luogo dell'incidente aereo di Hammarskjöld, e con un'altra intervista che si svolge a Cape Town, in Sudafrica. Al suo fianco il "co-protagonista" del film, un "investigatore privato" svedese chiamato Göran Björkdahl, si diletta nel rivisitare gli atteggiamenti paternalistici dell'Occidente moderno verso il continente africano. Vestiti di bianco, con vecchi caschi militari, sono pienamente consapevoli della scomoda risonanza che possono avere due uomini bianchi che dispensano consigli esperti in terra straniera. Ma mentre l’avvincente storia va avanti, ci rendiamo conto che Brügger deve allinearsi con gli atteggiamenti cospiratori dei suoi bersagli satirici, al fine di comprenderli e accusarli pienamente. Li porta fuori dall'ombra con metodi investigativi altrettanto subdoli.

Hammarskjöld, lungi dall'essere un "ottuso tecnocrate svedese" (come Brügger lo definisce per la prima volta in una voce fuori campo), era in realtà una figura davvero progressista per il suo tempo. Voleva impedire che paesi occidentali come la Gran Bretagna e la Francia ristabilissero la loro influenza in Africa, dopo che i loro sudditi coloniali avevano ottenuto l'indipendenza. Hammarskjöld stava volando nella vecchia Repubblica del Congo per cercare di negoziare un accordo di pace tra loro e lo stato separatista di Katanga (che era considerato una copertura per gli interessi di una società mineraria belga). L'aereo si è schiantato all'atterraggio, ma la morte è stata catalogata come un bizzarro incidente.

Björkdahl, figlio di un altro ufficiale ONU svedese, ha scoperto alcune prove che indicavano la responsabilità belga nell'incidente e ha portato Brügger ad assistere e documentare le sue indagini. Ma il film diventa davvero interessante quando viene riportato alla luce un video del corpo di giustizia post-apartheid del Sudafrica, che indica un tentativo di omicidio emanato dallo stesso Stato. Si chiama "Operazione Celeste", nove pagine di piani dettagliati per l'esecuzione di Hammarskjöld, con l'enigmatico Istituto Sudafricano di Ricerca Marittima (SAIMR) che figura sulla carta intestata del memo.

SAIMR (pronunciato “sai-mar”) diventa quindi “Rosebud” nel film di Brügger, la chiave che apre tutte le porte di questo mistero. Dopo aver parlato con alcuni ex associati SAIMR confusi, gli investigatori si imbattono in alcune prove criminali così sorprendenti che le scoperte del documentario hanno fatto notizia in tutto il mondo all'inizio di questo mese.

La presenza del SAIMR nel film ci riporta immediatamente alla mente le pratiche ingannevoli della nostra attuale era politica. Mentre Cold Case Hammarskjöld può solo rimettere in discussione un'epoca lontana, ci vengono ricordate pratiche analoghe recenti di entità come SCL Group (accusato di manomissioni elettorali nei voti di Trump e Brexit). Incorporando diversi segmenti animati, in bianco e nero, il film di Brügger ci ricorda come il cinema possa essere una forza che innalza la coscienza. E in più, è anche esilarante, affascinante e profondamente umanista.

Cold Case Hammarskjöld è una coproduzione tra Danimarca, Norvegia, Svezia e Belgio. E’ prodotto da Peter Engel e Bjarte Mørner Tveit (entrambi di Danish Film Institute), Andreas Rocksén (Laika Film & Television), Wingman Media ApSPiraya Films Norway e Associate Directors. Le vendite mondiali sono curate da DR Sales.

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(Tradotto dall'inglese)

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