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IFFR 2019 Concorso Big Screen

Recensione: Queen of Hearts

di 

- Trine Dyrholm brilla nel dramma coraggioso e piacevolmente stuzzicante di May el-Toukhy, proiettato sia a Rotterdam che a Sundance

Recensione: Queen of Hearts
Trine Dyrholm in Queen of Hearts

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intervista: May el-Toukhy
scheda film
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di May el-Toukhy, incredibilmente glamour e sensuale, uno di quei drammi che nessuno osa più fare da quando Adrian Lyne girò Unfaithful, poteva facilmente limitarsi ad essere un’altra visione piacevolmente colpevole – ricca di emozioni forti e un design d'interni nordico di prima scelta. Il fatto che non lo sia è dovuto a una sola persona: la possente Trine Dyrholm, che si conferma un’interprete intrepida che eleva praticamente qualsiasi cosa le venga proposta semplicemente con la sua presenza. Dal Sundance direttamente all’International Film Festival Rotterdam, nel concorso Big Screen, Queen of Hearts, non fa eccezione, e potrebbe essere tra le sue migliori performance.

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È piuttosto incredibile ciò che Dyrholm fa con il suo ruolo, nei panni dell’avvocatessa di successo Anne, felicemente sposata, con una casa da cartolina e una famiglia di quelle che si vedono solo in Danimarca, che improvvisamente avvia una relazione con Gustav (Gustav Lindh), il figlio molto più giovane e problematico di suo marito (Magnus Krepper). El-Toukhy non sembra interessarsi a ciò che la spinge a farlo, solo abbozza la crescente frustrazione di Anne con un lavoro di grande responsabilità e i suoi incontri quotidiani con bambini picchiati o vittime di stupro alle quali nessuno crede. Può essere impetuosa, questo è chiaro, quando affronta ad esempio un predatore sessuale dopo averlo sentito ridere di un verdetto "non colpevole". Ma non sapere esattamente cosa spinga questa donna, dalla quale ci aspetteremmo maggiore sobrietà, è in realtà parte del divertimento.

È divertente anche perché, per quanto discutibile tutto ciò che viene mostrato qui (piuttosto esplicitamente) possa essere, Queen of Hearts è una masterclass su come filmare un'attrazione fisica nascente. Dal timido contatto mentre cerchi di trovare il posto perfetto per il "tatuaggio più piccolo del mondo", alle scene di sesso che sono effettivamente sexy, quasi a confondere ulteriormente le cose, è un modo interessante di interpretare un personaggio che ha capito tutto ed è tuttavia alla deriva. Dyrholm è un attrice che pensa, ed è estremamente facile ascoltare i suoi pensieri qui, sia quando balla sulle note di "Tainted Love", in modo troppo suggestivo per un educato pranzo sociale su una terrazza, o quando si stanca dell’educato bacetto sulle labbra che le dà suo marito. "Conosco il sistema", dice a un certo punto e continua a non fermarsi, potente e impotente come quella famigerata regina assassina di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, che esclama continuamente: "Tagliategli di testa!".

Ma anche se non può fare a meno di cadere successivamente nel melodramma, né evitare di provocare ilarità di tanto in tanto (quando assistiamo alla solita routine "Sei a casa presto", per esempio), May el-Toukhy sa come mantenere vivo l'interesse e poi improvvisamente spezzarti il cuore, come quando vediamo Anne che compra a Gustav un computer nuovo di zecca "per i compiti scolastici" subito dopo essere andata a letto con lui per la prima volta. "Ti piace la Regina?" continuava il racconto di Carroll, che Anne legge qui alle sue figlie beatamente inconsapevoli. "‘Niente affatto’, disse Alice. ‘È così estremamente...’ Proprio in quel momento, notò che la Regina era dietro di lei, in ascolto, così continuò ‘... sicura di vincere, che non vale la pena finire il gioco’. La Regina sorrise e passò oltre”. Ed è tutto dire.

Queen of Hearts è prodotto da Caroline Blanco e René Ezra per la danese Nordisk Film Production A/S e Nordisk Film Production AB, in associazione con DR e SVT. Le vendite internazionali sono curate da TrustNordisk.

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(Tradotto dall'inglese)

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