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BLACK NIGHTS 2018 Concorso

Recensione: Until We Fall

di 

- Il secondo lungometraggio di Samanou Acheche Sahlstrøm è un film sfumato, delicato e difficile che affronta uno dei temi più dolorosi: la perdita di un figlio

Recensione: Until We Fall
Lisa Carlehed in Until We Fall

Il cineasta di origine francese, residente in Danimarca, Samanou Acheche Sahlstrøm aveva avuto un buon successo di critica con il suo debutto In Your Arms [+leggi anche:
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, che aveva trionfato a Göteborg nel 2015. In esso affrontava un argomento delicato – il suicidio assistito – e nel suo secondo film, Until We Fall [+leggi anche:
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, che è stato presentato in anteprima mondiale nella selezione ufficiale di Tallinn Black Nights, ha deciso di mettere in luce un'altra questione dolorosa: la perdita di un figlio.

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Adam (Dar Salim, di Darkland [+leggi anche:
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) e Louise (Lisa Carlehed, che torna dopo il suo debutto in In Your Arms) sono una coppia sulla quarantina il cui figlio Lucas è scomparso un paio di anni prima mentre erano in vacanza nella loro casa a Tenerife. Aveva dieci anni al momento. Il suo corpo non fu mai trovato e la polizia chiuse il caso, concludendo che si fosse trattato di un annegamento accidentale.

All'inizio del film, Adam e Louise stanno tornando a casa, e vediamo come stanno cercando di affrontare la tragedia in modi diversi. In termini generali, sembra che Louise abbia accettato la perdita e voglia andare avanti con la loro vita, mentre Adam rifiuta ancora di credere che Lucas se ne sia andato – o almeno desidera ardentemente una risposta per chiudere la ferita. Certo, le cose sono molto più sfumate e complicate di così, ed entrambe le posizioni oscillano per tutto il film.

Adam va dal capo della polizia Perez (Francesc Garrido) per cercare altri indizi e porre le domande che ha già posto migliaia di volte. In un'altra scena molto scomoda, interroga un gruppo di adolescenti sulla spiaggia chiedendo loro se ricordano un qualsiasi dettaglio della giornata in cui suo figlio è scomparso. Nel frattempo, Louise stabilisce un legame improbabile con Emilio, uno di questi adolescenti, che vive dall'altra parte della strada.

Questa descrizione della trama non rende giustizia ai numerosi dettagli discreti che Sahlstrøm offre al pubblico. Da un lato, abbiamo il tema principale del dolore e della paura che la coppia sta attraversando: sentono che non saranno mai più felici ma hanno troppa paura di separarsi e rischiare di rimanere soli. Dall'altra parte, potrebbe esserci più di un mistero dietro la scomparsa di Lucas, e non siamo sicuri che le ragioni di Adam per voler continuare a indagare siano solo nella sua testa. Sahlstrøm non ci dà assolutamente nessuna risposta, e nemmeno domande semplici, e l'intera storia poggia su basi che cambiano ad ogni piccolo indizio che noi pensiamo di aver individuato.

Stilisticamente, Until We Fall ricorda i primi film di Lars von Trier: la camera del direttore della fotografia Brian Curt Petersen (anche in In Your Arms) è sempre tenuta a mano, a volte tremolante si aggira intorno ai personaggi o quasi goffamente ingrandisce dettagli che ci portano a formulare domande sul loro stato interiore, piuttosto che rivelarli. La tavolozza dei colori tende verso il giallo, e in un paio di scene sulla spiaggia possiamo vedere più sabbia che mare – un ulteriore accenno alle basi instabili della storia. Il montatore Theis Schmidt (The Nile Hilton Incident [+leggi anche:
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intervista: Tarik Saleh
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, In Your Arms
) combina tagli sottili con flashback ancora più sottili e impercettibili.

Until We Fall è un film duro e delicato, narrativamente ambiguo ma coerente nel tono. Oltre all'innegabile talento di regista di Sahlstrøm, la piena dedizione e creatività dei protagonisti Salim e Carlehed è ciò che rende questo film difficile davvero efficace.

Until We Fall è una coproduzione della danese Meta Film e la svedese Way Creative Films AB.

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(Tradotto dall'inglese)

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