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FILM Finlandia

Recensione: Land of Hope

di 

- Il regista finlandese Markku Pölönen rimette indietro l'orologio ancora una volta con un dramma ambientato tra il 1945 e il 1952 che sembra un po' vecchio, ma animato dalla vivace Oona Airola

Recensione: Land of Hope
Konsta Laakso e Oona Airola in Land of Hope

Acclamato nella sua nativa Finlandia, Markku Pölönen non ha mai ottenuto il successo internazionale – la decisione di ambientare la maggior parte dei suoi film nel bel mezzo della campagna finlandese potrebbe avere qualcosa a che fare con questo. Tuttavia, il pluripremiato vincitore di Jussi non sembra preoccuparsene: il suo ultimo sforzo, Land of Hope [+leggi anche:
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intervista: Markku Pölönen
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, realizzato ben nove anni dopo Rally On! [+leggi anche:
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, segna un ritorno a soggetti familiari e, in una certa misura, un ritorno alla forma. Per non parlare del fatto che introduce vanagloriose menzioni di un porcile in vendita come argomento accettabile di seduzione.

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Malgrado i dialoghi siano occasionalmente goffi (si spera che "prima costruisci una sauna, poi ari i tuoi campi" suoni un po’ meglio in finlandese), l'uso del rallentatore sia del tutto immotivato e la pomposa colonna sonora porti il film dritto nel territorio della TV in più di un'occasione, ci sono alcune cose che rendono Land of Hope un'esperienza piuttosto piacevole e spiegano la calda accoglienza che ha già ricevuto al botteghino locale. In un momento in cui persino i film dei supereroi sono cupi come l’interno della Batcaverna, c'è qualcosa di rinfrescante nell'amore di Pölönen per i suoi personaggi, che sono spesso scontrosi e tristi, ma alla fine gentili. Anche se quasi tutti nel suo film sembrano essere segnati dalla guerra in un modo o nell'altro, danno comunque una mano agli altri, anche solo per portare un pesce, mentre il personaggio secondario più accattivante si rivela essere un cavallo.

Diventa ovvio abbastanza presto, però, dove risieda la vera forza del film. Con l'aiuto di Paula Vesala, cantante diventata attrice diventata consulente di sceneggiatura, meglio conosciuta per il suo ruolo in Little Wing [+leggi anche:
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di Selma Vilhunen, la storia di un soldato ferito (Konsta Laakso) che ottiene un pezzo di terra dallo Stato, a condizione che si sposi per primo, alla fine finisce per ruotare attorno alle donne. È una mossa che, sebbene non del tutto convincente, è sicuramente benvenuta. Gli uomini possono aver combattuto per il paese, sembra essere il messaggio, ma le donne hanno contribuito a costruirlo.

Donne come Anni, interpretate alla perfezione da Oona Airola. Già adorabile in The Happiest Day in the Life of Olli Mäki [+leggi anche:
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intervista: Juho Kuosmanen
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, qui buca letteralmente lo schermo. Con una faccia fatta per i film storici, sembra già appartenere a un'epoca diversa. Ma è una testimonianza delle sue capacità il fatto che Anni sembri in qualche modo più viva di chiunque altro intorno a lei, andando oltre il solito "personaggio femminile esuberante", sia che scappi dalla "casa del dolore" dei genitori dopo la morte di suo fratello o che inizi una nuova vita armata di nient'altro che di un'ascia e un pugno di canzoni sorprendentemente sporche. Anche se ci sono cose che semplicemente non funzionano, dal momento che la storia si muove da un bacio alla Via col vento a un diverbio fatale in una manciata di minuti, è davvero un film in cui è nata una stella.

Lo script di Land of Hope è co-firmato dal regista Pölönen e Antti Heikkinen. Il film è prodotto da Rimbo Salomaa, Markus Selin e Jukka Helle, di Solar Films, e coprodotto da Suomen Filmiteollisuus. La distribuzione è curata da Nordisk Film e la pellicola è attualmente nei cinema finlandesi.

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(Tradotto dall'inglese)

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