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ROMA 2018

Recensione: Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi)

di 

- Tom Edmunds debutta nel lungometraggio con un’esilarante dark comedy su un giovane uomo che non riesce a togliersi la vita e assolda un killer professionista per farlo al posto suo

Recensione: Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi)
Freya Mavor e Aneurin Barnard in Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi)

Un’ondata di dark humour ha travolto la settima giornata della Festa del Cinema di Roma con Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) [+leggi anche:
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, brillante esordio nel lungometraggio del regista inglese Tom Edmunds (già autore dell’apprezzato corto Is This a Joke?) che ha fatto ridere di gusto sia i giornalisti presenti alla proiezione mattutina del film (selezionato nella finestra Tutti ne parlano) sia il pubblico in sala la sera. Commedia nera su un giovane uomo che non riesce a togliersi la vita e assolda un killer professionista per farlo al posto suo, il film schiera un cast all british di prima scelta, situazioni paradossali e battute squisite nei suoi 86 minuti di durata, in cui nulla è di troppo.

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William (il gallese Aneurin Barnard, visto in Dunkirk [+leggi anche:
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) è un giovane scrittore, esistenzialista e depresso, che non riesce a far pubblicare il suo libro e pensa che la sua vita non abbia senso. Lo conosciamo nella primissima scena, mentre si appresta a buttarsi da un ponte, per porre fine alle sue pene. Ma non è da solo su quel ponte: presto gli si avvicina un uomo misterioso che gli chiede perché ha scelto proprio quel sistema lì per uccidersi, se può rimanere a guardare, e che gli lascia un biglietto da visita, in caso avesse bisogno, con su scritto: “Leslie O’Neil - Assassino”. E’ chiaro fin da subito che quello che andremo a vedere sarà un film molto originale.

Il ragazzo ha già tentato il suicidio sette volte, ma per i più svariati (e ridicoli) motivi non ci è mai riuscito. Decide così di ricorrere ai servizi di Leslie (un irresistibile Tom Wilkinson, due nomination all’Oscar per In the Bedroom e Michael Clayton), un killer professionista che uccide solo chi glielo chiede, praticamente una clinica dell’eutanasia vivente (“ti risparmio il viaggio in Svizzera”, dice a William mentre gli mostra una brochure dove sono illustrati tutti i modi in cui si può essere ammazzati, con relativi prezzi), e regolarmente iscritto all’Associazione britannica degli assassini. I due stipulano un contratto: Leslie si impegna a far fuori William entro una settimana, soddisfatti o rimborsati. Nel frattempo, il ragazzo cambia idea, ma il contratto non è rescindibile, e Leslie deve assolutamente portare a termine questa missione se vuole mantenere il suo lavoro (“uccidere le persone mi dà una ragione per vivere”, dice al suo capo Harvey – Christopher Eccleston – che lo vuole mandare in pensione).

Seguirà una caccia all’uomo piena di risvolti grotteschi e incidenti di percorso, dove il contrasto tra le esitazioni dell’aspirante suicida (che nel frattempo si innamora della bella editor Ellie, incarnata dall’attrice scozzese Freya Mavor, anche lei tendente all’autolesionismo) e il pragmatismo del consumato killer generano le situazioni più divertenti, così come le interazioni tra il maturo Leslie e sua moglie Penny (la splendida Marion Bailey) fra le mura di casa, dove il sicario cambia faccia, dismette la pistola e coccola i suoi pappagallini, mostrando una spassosa dicotomia tra vita personale e professionale. Una commedia sul suicidio che celebra la vita, ma non in modo scontato, anzi: l’epilogo è tutt’altro che consolatorio, per fortuna. Sarebbe stato un peccato chiudere un film del genere in modo non altrettanto singolare.

Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) è una produzione Guild of Assassins e Rather Good Films. Altitude Film Sales si occupa delle vendite mondiali. In Italia, il film uscirà nelle sale il 22 novembre con Eagle Pictures.

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