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FILM Portogallo

Recensione: The Dead Queen

di 

- António Ferreira rivisita la tragica storia d'amore medievale di Don Pedro e Inês de Castro nel suo nuovo film, attualmente nelle sale in Portogallo

Recensione: The Dead Queen
Joana de Verona e Diogo Amaral in The Dead Queen

Nel Portogallo del XIV secolo, l'erede al trono Don Pedro si innamorò di Inês de Castro, la cameriera spagnola di sua moglie. La vicenda incorse nell'ira del re Dom Afonso e scatenò una serie di intrighi politici che alla fine portarono all'assassinio di Inês. Dopo la morte di suo padre e sua moglie, il re incoronato Don Pedro decise di vendicarsi. Giustiziò gli assassini di Inês, riesumò il suo cadavere, la incoronò durante una cerimonia pubblica e costrinse l'intera corte a baciare la mano della regina morta. L'episodio, uno dei più famosi della storia portoghese, viene nuovamente adattato per il grande schermo, vent’anni dopo la sua versione più recente, quella di José Carlos Oliveira. Questa volta, tuttavia, il regista António Ferreira ci offre una prospettiva diversa sulla trama adattando il romanzo A Trança de Inês del compianto autore Rosa Lobato de Faria.

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Invece di concentrarsi semplicemente sull’epoca medievale, The Dead Queen [+leggi anche:
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, attualmente nelle sale in Portogallo, arricchisce il racconto e lo riscrive in tre periodi: nel XIV secolo, nel presente e in un futuro post-apocalittico. Usando questa struttura a trittico, il film reinventa i due protagonisti come architetti che condividono uno studio nella Lisbona contemporanea e come amanti maledetti che vivono in una comunità distopica con regole molto severe sul matrimonio e la procreazione. Tutti i membri del cast interpretano gli stessi personaggi nei tre diversi periodi, e il collegamento concettuale tra tutti loro è la versione moderna di Pedro (Diogo Amaral). Bloccato in un ospedale psichiatrico, in uno stato di delirio, Pedro sembra mescolare episodi, personaggi e periodi di tempo nella sua mente. Siamo guidati dalla sua stessa narrazione durante l'intero film.

Come in altri film con una struttura simile – il confronto con The Hours di Stephen Daldry è inevitabile – le tre timeline funzionano come specchi l'una dell'altra, consentendo un tipo di sviluppo della trama fluido e comprensibile. In effetti, nessuno degli eventi viene ripetuto in un'altra timeline; c'è, invece, un approccio cronologico, un salto definitivo verso il futuro e, infine, il dispiegamento di diversi finali. Quello futuristico, paradossalmente, è il più promettente.

Ma ciò che inizialmente prometteva di essere una sceneggiatura meravigliosamente congegnata paga un prezzo elevato per la sua coerenza narrativa. Rispetto all'onnipresenza (e alla ricchezza poetica) delle narrazioni di Pedro, il dialogo finisce per giocare un ruolo molto meno interessante di quanto ci si potesse aspettare. Nonostante gli eventi strazianti che si svolgono nella trama, alcune battute mancano di intensità e non danno a Inês la giusta importanza. In effetti, il personaggio di Joana de Verona si riduce spesso a un semplice oggetto idealizzato di desiderio, anziché il catalizzatore di quella tragica passione che avrebbe dovuto incarnare. Nel frattempo, la moglie tradita di Don Pedro, Constança, offre a Vera Kolodzig l'opportunità di esplorare una gamma più sfumata di emozioni complesse e di distinguersi davvero in un ruolo di supporto. Il cast comprende anche João Lagardo nei panni del padre tirannico di Pedro e Miguel Borges in quelli di uno degli assassini di Inês.

Prodotto da Persona Non Grata Films, The Dead Queen è lanciato su 40 schermi in tutto il paese, distribuito da Nós Audiovisuais nell'ultimo trimestre di un anno in cui non una singola produzione locale si è distinta al botteghino.

Prima dell'uscita nelle sale locali, The Dead Queen è stato presentato al Montreal Film Festival lo scorso settembre. L’uscita brasiliana è prevista per febbraio 2019.

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(Tradotto dall'inglese)

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