email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2018 Concorso

Recensione: Che fare quando il mondo è in fiamme?

di 

- VENEZIA 2018: Il nuovo film di Roberto Minervini sulladivisione razziale negli Stati Uniti è un documentario di autentica e nitida osservazione

Recensione: Che fare quando il mondo è in fiamme?

Il razzismo è vivo e vegeto negli Stati Uniti d'oggi. Lo dicono i fatti: i video di molti dei suspicious unarmed blacks uccisi dalla polizia sono visibili su Youtube, 69 solo nel primi quattro mesi del 2018.  Lo testimoniano associazioni e commissioni. Lo confermano i numeri: 10 dei 40 milioni di afroamericani negli Usa vivono al di sotto della soglia di povertà e in 50 anni il divario di reddito tra bianchi e neri è aumentato del 40 per cento, 4 sono disoccupati, 1 milione detenuto in carcere.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

La divisione razziale in uno stato, la Louisiana, in cui la disparità nella distribuzione della ricchezza è maggiore di quella del Sudafrica durante l'apartheid è andato a toccarla con mano il documentarista italiano Roberto Minervini, che gareggia per il Leone d'Oro nel Concorso della Mostra di Venezia con Che fare quando il mondo è in fiamme? [+leggi anche:
trailer
intervista: Roberto Minervini
scheda film
]
Un film che rende palpabile la paura e la contiguità con la violenza e restituisce le proporzioni del fenomeno partendo dalla vita di pochi individui.

Minervini ha passato settimane con coloro che sono poi diventati i protagonisti del documentario.  150 ore di girato che sono diventati 123 minuti di purissimo ed elegante bianco e nero dopo il montaggio firmato dalla fidata Marie-Hélène Dozo (La Fille inconnue [+leggi anche:
recensione
trailer
Q&A: Jean-Pierre e Luc Dardenne
scheda film
]
dei fratelli Dardenne). Uno stile nato con i suoi precedenti film, tutti "americani": Minervini si è fatto conoscere a Venezia nel 2012 con Low Tide [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
in Orizzonti, per approdare l'anno dopo a Cannes con Stop the Pounding Heart [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
, fuori concorso, e nel 2015 con Louisiana (The Other Side) [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Roberto Minervini
scheda film
]
in Un Certain Regard.

Non sono molti i personaggi che il regista ha seguito nella loro attività quotidiana nell'estate del 2017, quando una serie di uccisioni di giovani neri da parte della polizia scuote la comunità afroamericana. Ronaldo e Titus sono due consapevoli fratelli la cui giovane madre, single, li ha tenuti lontani dai guai. Judy, proveniente da una famiglia di musicisti a Tremé, il più antico quartiere nero di New Orleans, ha rilevato lo storico bar Ooh Poo Pah Doo, diventato un punto di riferimento dove bere, suonare e discutere dei problemi dei neri. Il partito delle nuove Black Panthers, rinato 50 anni dopo il movimento rivoluzionario di Angela Davis, predica la rivoluzione ed è molto criticati dalle associazioni che si battono contro il razzismo negli Usa. Minervini li segue però nella loro attività di ricerca della verità sul linciaggio e decapitazione di due giovani neri di Jackson, Mississipi,  e di servizi sociali per la comunità in quartieri off-limits. Infine Chief Kevin, leader della tribù delle Frecce Ardenti. E' con loro si che si apre il film, mentre in costume tradizionale danzano e cantano in occasione del Mardi Gras di New Orleans in una sorta di rivendicazione del territorio usurpato. Furono i nativi americani locali ad accogliere nelle loro comunità e proteggere gli schiavi sottrattisi al traffico transatlantico dei negrieri. 

Che fare quando il mondo è in fiamme? regala dei momenti di pura emozione, come nella scena della piccola parata notturna di biciclette illuminate con delle lucine per dimostrare l'unità del quartierenero contro la violenza.E' un documentario di autentica e nitida osservazione che conferma Roberto Minervini nell'impegno a testimoniare il disagio dato dalla diseguaglianza nel Nuovo Continente, nel momento in cui alla Casa Bianca siede un presidente il cui padre, Fred Trump, partecipò ad una parata del Klu Klux Klan. 

Prodotto da Okta Film e Pulpa Film con Rai Cinema, in coproduzione con Shellac Sud, il film è distribuito nel mondo da The Match Factory. In Italia la distribuzione sarà a cura di Cineteca di Bologna e Valmyn in collaborazione con la piattaforma MYmovies.it.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy