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KARLOVY VARY 2018 Concorso

Recensione: “I Do Not Care if We Go Down in History as Barbarians”

di 

- KARLOVY VARY 2018: Il nuovo lungometraggio di Radu Jude punta il dito contro l'ostinata negazione dell'Olocausto da parte della Romania

Recensione: “I Do Not Care if We Go Down in History as Barbarians”
Alex Bogdan e Ioana Iacob in “I Do Not Care if We Go Down in History as Barbarians”

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, il regista rumeno Radu Jude consolida la sua fama di esploratore degli episodi più oscuri della storia del suo paese con “I Do Not Care if We Go Down in History as Barbarians” [+leggi anche:
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, proiettato in concorso ufficiale al Festival di Karlovy Vary (29 giugno-7 luglio). Nonostante una durata piuttosto eccessiva e qualche ripetizione superflua, il film riesce a offrire un duro commento su come i rumeni affrontano il passato.

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Al giorno d'oggi, guardiamo la regista teatrale Mariana Marin (Ioana Iacob) mentre si dedica a un'elaborata rievocazione del massacro di Odessa. Nel 1941, il capo dell'esercito rumeno, Ion Antonescu, ordina l'esecuzione di civili ebrei dopo un attacco a sorpresa alle sue truppe. Migliaia di persone innocenti vengono uccise e Mariana vuole mettere in scena tutto questo in una piazza nel centro di Bucarest. Presto incontrerà difficoltà inaspettate e ridicole, poiché sia gli attori dilettanti dello show che i rappresentanti del municipio hanno opinioni piuttosto forti non solo su ciò che è accaduto nella realtà, ma anche su come quella realtà dovrebbe essere messa in scena e presentata alle masse.

Il film sferra un attacco estremamente forte, anche se può rivelarsi più efficace per il pubblico rumeno che non per gli stranieri. Il film dovrebbe suscitare ampie polemiche in patria, poiché questo episodio oscuro della storia rumena è stato accuratamente ridimensionato durante il regime comunista, e oggi solo poche persone riconoscono l'orribile portata dell'Olocausto rumeno, con un numero di vittime, inclusi i membri della comunità Rom, che ammonta a 380.000. Attraverso i suoi personaggi secondari, la sceneggiatura di Jude utilizza una pletora di argomenti negazionistici, sottolineando come ci sia chi preferisce credere in una bugia, anche quando gli vengono mostrate prove contrarie alle loro credenze.

Ma “…Barbarians” non è solo un film sull'Olocausto e sul modo in cui i rumeni lo riconoscono; è anche sul razzismo e l'antisemitismo oggi. E anche per coloro che non sono esattamente interessati a questa area della storia o degli studi sociali, il film è comunque importante, poiché intende esplorare la psicologia della post-verità – quella mentalità del "lo so meglio io" che distrugge ogni possibilità di dibattito sano. Osservando i personaggi che esprimono le loro opinioni categoriche, è facile capire come il populismo e l’illiberalismo abbiano guadagnato vigore negli ex paesi comunisti, dove la verità è spesso una costruzione attraente ma fuorviante.

Il film è arricchito da una valanga di citazioni, alcune da voci molto rilevanti, come Hannah Arendt, altre da fonti più oscure. È ovvio che le argomentazioni di Mariana sono in realtà quelle del regista e che la sua intenzione non è solo quella di dare vita a un dibattito, ma anche di avanzare una posizione, prima che il vero dibattito cominci. Una sottotrama che coinvolge l'inaspettata gravidanza di Mariana con il suo amante sposato (Şerban Pavlu) è probabilmente pensata per umanizzare questa fiera protagonista, ma purtroppo non è convincente.

“I Do Not Care if We Go Down in History as Barbarians” è prodotto da Hi Film Productions (Romania) e coprodotto da Endorfilm (Repubblica Ceca), Les Films d’Ici (Francia), Klas Film (Bulgaria) e Komplizen Film (Germania). Le vendite internazionali sono affidate a Beta Cinema e l’uscita domestica è già fissata per il 28 settembre.

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(Tradotto dall'inglese)

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