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VENEZIA 2017 Orizzonti

La vita in comune, una rinascita è possibile

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- VENEZIA 2017: Per il nuovo film di Edoardo Winspeare, in concorso in Orizzonti, ancora una volta una piccola storia ambientata nel Salento, dove il regista è nato

La vita in comune, una rinascita è possibile

La vita scorre lenta nel piccolo paesino pugliese di Disperata. Lenta come quella lumaca sul prato nella prima inquadratura de La vita in comune [+leggi anche:
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scheda film
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di Edoardo Winspeare, in concorso in Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia e nelle sale italiane da oggi, distribuito da Altre Storie. Nella scena bucolica irrompono due biciclette guidate da una coppia di balordi squinternati che puntano su una stazione di servizio. La rapina andrà e ci scapperà anche il morto, un belissimo cane da pastore tedesco. Più tardi, in cella assieme ad un camorrista detto Ciro 'a bestia, uno dei due rapinatori, Pati, riflette contrito su quell'assassinio gratuito.

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Dall'incipit del film si intuisce subito che il film di Winspeare punta ai toni leggeri, a personaggi un po' sopra le righe, senza però sconfinare nella comicità da commedia regionale. Una scelta ben meditata e azzeccata, per costruire un mondo che anche nella realtà ha i suoi aspetti paradossali. Benvenuti al Sud. 

Facile snocciolare i protagonisti, abitanti di questo microcosmo che il regista conosce e ama (il nome del paese, Disperata, non fa che parafrasare Depressa, la cittadina in salento che ospita il Castello dei Winspeare dove Edoardo è nato e cresciuto): iI sindaco Filippo Pisanelli (interpretato da Gustavo Caputo, socio di Winspeare nella Saietta Film che produce il film), che si sente inadatto al suo ruolo e preferisce scrivere poesie e insegnare letteratura ai detenuti del carcere; i fratelli Angiolino e Pati, i due rapinatori dilettanti (Antonio Carluccio, nella vita reale lavora al cimitero di Muro Leccese, e Claudio Giangreco, imbianchino); Eufemia, la salumiera e assessore comunale, ex moglie di Pati (Celeste Casciaro, attrice e moglie del regista); il giovane Biagetto (Davide Riso, lavora in un supermercato), figlio strampalato di questi ultimi. In carcere Pati conoscerà il sindaco che gli insegnerà la bellezza della poesia, mentre il fratello Angiolino, più refrattario alla redenzione, vuole rapinare una banca ma verrà dissuaso dal Papa in persona. Dunque per Disperata, a dispetto del nome, c'è una speranza. Che potrebbe risiedere nell'avvistamento di un esemplare dell'ormai estinta foca monaca. 

La vita in comune, come già i precedenti film di Winspeare, è un piccolo saggio affettuoso sulla "questione meridionale", senza attenuanti  storiche, che fa appello alla possibilità del riscatto: disoccupazione, assenza di prospettive, alienazione crescente da una parte. Coraggio, calore, dignità sociale e intelligenza dall'altra. C'è un possibile futuro, c’è spazio per agire, non è affatto finita la vicenda di questi luoghi.

Il film è prodotto da Saietta Film e Rai Cinema ed è venduto all’estero da Intramovies.

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