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VENEZIA 2017 Concorso

Charley Thompson: sul dorso di un cavallo morto

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- VENEZIA 2017: Il regista inglese Andrew Haigh è in concorso per la prima volta a Venezia con il suo quarto film, il primo ad essere ambientato negli Stati Uniti

Charley Thompson: sul dorso di un cavallo morto
Charlie Plummer in Charley Thompson

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del regista inglese Andrew Haigh, in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, è un adattamento del romanzo del cantante e scrittore Willy Vlautin. Questa storia di formazione ha più punti in comune con i film generazionali di Francis Ford Coppola, I ragazzi della 56ª strada e Rusty il selvaggio, piuttosto che con i precedenti film di Haigh, complicati drammi sentimentali di ambientazione inglese. Il regista ha dato prova di avere talento nel mostrare le difficoltà che possono emergere nei rapporti di coppia, sia nell'eccellente dramma romantico su una relazione omosessuale, Weekend [+leggi anche:
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(2011), sia nel vincitore della Berlinale, 45 anni [+leggi anche:
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Q&A: Andrew Haigh
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(2015), per cui Charlotte Rampling e Tom Courtenay hanno vinto l'Orso d'Argento interpretando due coniugi che vanno incontro a una crisi improvvisa.

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Fino ad ora, il suo lavoro in America aveva avuto un campo d'applicazione più vasto. Ad esempio, il regista aveva lavorato qualche tempo per la TV, girando alcuni episodi di Looking, una serie comica su tre amici gay, ambientata a San Francisco. Quello che è chiaro sin dall'inizio è che Charley Thompson segna una nuova partenza per Haigh, vuoi anche perché il protagonista quindicenne, Charley, ha ben poco interesse per le romanticherie. Interpretato da Charlie Plummer, Charley è un teenager che potrebbe benissimo essere uscito da Stand by Me di River Phoenix, sia per la sua aria da sognatore sia per la sua ricerca di un luogo che lo faccia sentire a casa. Il ragazzo, infatti, si sente un vagabondo: è arrivato a Portland, in Oregon, con un padre single, Ray (Travis Fimmel), nell'ennesima tappa di un viaggio che sembra non finire mai.

Il film passa dal trotto al galoppo quando il tenero Charley trova una figura paterna in Del Montgomery, interpretato da Steve Buscemi. Buscemi è un attore che potrebbe far apparire losco anche il buon samaritano e si scopre abbastanza presto che questo Montgomery è in realtà un accanito bevitore. C'è qualcosa di adorabile nella beata inconsapevolezza di Charley nei confronti della figura tragica di Montgomery, un proprietario di cavalli sgangherati, che possono partecipare solo a gare di second'ordine. Nonostante ciò, Charley è estasiato dalla responsabilità che gli è stata affidata di prendersi cura dei cavalli, e si è particolarmente affezionato a uno di loro, Lean on Pete.

È un nome fantastico per un Quarter Horse e Charley vede in Lean on Pete un fedele amico, mentre per Montgomery un cavallo ha valore solo in funzione dei soldi che rende. In mezzo ai due, a completamento di questa strana famiglia, c'è Chloë Sevigny nei panni di Bonnie, una fantina part-time, che fa la sua figura vestita da cavallerizza, mentre dispensa anche saggi consigli. Durante i loro giri in pista tornano alla mente i grandi romanzi di Charles Bukowski o John Fante, alla scoperta del lato oscuro dell'America, e mostrano le distanze che si è disposti a coprire pur di andare avanti.

Non l'ambiente, ma i personaggi sono la parte interessante, quindi è un vero peccato quando questa nascente famiglia cade a pezzi. Haigh allenta un po' le briglie quando si allontana dalle piste e si ostina, come molti filmmaker europei quando lavorano negli Stati Uniti, sui vasti e spettacolari paesaggi americani. Queste bellissime immagini appaiono poco originali, soprattutto se messe a confronto con lo sguardo puro di American Honey [+leggi anche:
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Q&A: Andrea Arnold
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, odissea americana della collega inglese Andrea Arnold. Charley Thompson inciampa purtroppo sull'ultimo ostacolo e cade in un finale smielato, nonostante la partenza fosse stata buona.

The Bureau Sales, in associazione con Celluloid Dreams, gestisce le vendite per questa produzione The Bureau e Film4.

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(Tradotto dall'inglese)

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