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CANNES 2017 Semaine de la Critique

La familia: "Solo un idiota non avrebbe paura"

di 

- CANNES 2017: Coprodotto dalla Norvegia, il primo lungometraggio di Gustavo Rondón Córdova rivela un cineasta dotato di grande efficacia minimalista

La familia: "Solo un idiota non avrebbe paura"
Reggie Reyes e Giovanny García in La familia

Andare dritto all’essenziale, mantenere un ritmo teso nel corso di tutto il film, senza mai un cedimento né un sotterfugio per accelerare artificialmente la narrazione, sapere togliere la parte superflua da una trama per suggerire con una manciata di sguardi il cuore di una sequenza, e riuscire, malgrado tutto, a dare una visione d’insieme sulla situazione critica di un paese. Sono le qualità che emergono dalla proiezione, durata un’ora e 22 minuti ma trascorsa alla velocità della luce, di La familia [+leggi anche:
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, il primo lungometraggio del venezuelano Gustavo Rondón Córdova, presentato in concorso alla Semaine de la Critique del 70° Festival di Cannes. Un’efficacia sorprendente e mai ostentata, semmai sostenuta da una cinepresa piazzata sempre nella posizione migliore, che il cineasta ottiene a partire da una storia molto semplice, quella di un figlio e di un padre che si riavvicinano in seguito a un evento drammatico.

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Considerata come una delle città più pericolose al mondo, Caracas e gli estesi quartieri sfavoriti della sua periferia sono il campo da giochi di Pedro, 12 anni (Reggie Reyes) e della sua banda di amici. Insulti sessuali permanenti tra loro e verso le coetanee, carneficine alla PlayStation (“crepa, crepa, crepa!”), scommesse immaginarie lanciate alla polizia dal tetto di un palazzo: i più piccoli imitano in tutto e per tutto i più grandi, che a volte filano loro qualche banconota, ma “quei ragazzi lì non scherzano” e le armi pullulano a tal punto che Pedro raccoglie i bossoli per allinearli come soldatini di piombo. Il ragazzo, che vive solo con il padre Andrés (il bravo Giovanny García), al limite dell’indigenza economica, oscilla verso una cattiva strada in seguito ad un’aggressione a mano armata di un coetaneo che vuole rubargli il cellulare e che finisce per colpire alla gola con un coccio di bottiglia. Mentre il padre lo sottrae dal quartiere e dalla vendetta che sicuramente seguirà, Pedro, credendosi invulnerabile, minimizza la paura del genitore, e anzi tenta persino di fuggire per rientrare a casa. Nascosto in un altro angolo della città, il duo imparerà in 48 ore a riscoprirsi e Pedro prenderà coscienza delle conseguenze delle proprie azioni e delle sue vere radici.

Prodotto in collaborazione tra Venezuela, Cile, e con la società norvegese DHF, La familia, senza essere particolarmente rivoluzionario dal punto di vista della trama, è un film che riesce a fare molto con poco e che procede con finezza psicologica sotto l’apparenza di un palpitante thriller sociale. Tante le carte vincenti per la prossima carriera di un regista del quale sarà interessante seguire l’evoluzione.

Il film è distribuito a livello internazionale da Celluloid Dreams.

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(Tradotto dal francese)

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