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BERLINALE 2017 Fuori concorso

Viceroy’s House: una regia decisa e una produzione brillante

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- BERLINO 2017: Il progetto finora più ambizioso di Gurinder Chadha offre uno sguardo cupo ma significativo sulla divisione dell'India

Viceroy’s House: una regia decisa e una produzione brillante
Hugh Bonneville e Gillian Anderson in Viceroy’s House

Un anno prima del suo 70° anniversario, una delle parti più dolorose della storia dell'India prende vita nel progetto finora più ambizioso di Gurinder Chadha, Viceroy’s House [+leggi anche:
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, proiettato fuori competizione alla Berlinale di quest'anno. Ambientato in uno dei territori più preziosi dell'Inghilterra imperiale per oltre tre secoli, il nuovo film della regista di origine keniana, ma cresciuta a Londra, descrive i giorni e le decisioni che portarono alla divisione dell'India, che strappò il Pakistan all'India e causò la più grande migrazione di massa della storia umana: 14 milioni di persone furono sfollate, una storia piuttosto attuale da ricordare durante la crisi dei rifugiati in Siria.

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La scenografia sontuosa avvince gli spettatori fin dall'inizio, poiché il film si apre con la nomina di Lord Mountbatten (interpretato da Hugh Bonneville come un ufficiale amichevole e pragmatico) come nuovo Viceré con il compito di garantire una transizione tranquilla da un'India colonizzata a una nazione libera. Ma, sebbene la casa del Viceré del titolo "faccia sembrare Buckingham Palace un bungalow", secondo la supponente e caustica moglie del nuovo uomo di stato (interpretata con gelida precisione da Gillian Anderson), secondo il costume universale, più grandiosi sono gli alloggi dei colonizzatori, più cupe saranno le circostanze dei loro soggetti.

Scritta da Paul Mayeda Berges, la sceneggiatura basa la sua principale narrazione drammatica sugli sforzi del Viceré di trovare un terreno comune tra le opposte idee politiche, sociali e religiose dei leader indù, sikh e musulmani che sembrano più inclini a concentrarsi su ciò che li separa, piuttosto che su ciò che li unisce. La trama politica del film è giustapposta ad una storia d'amore omnicomprensiva tra un poliziotto indù (Manish Dayal) e una ragazza musulmana (Huma Qureshi), che lavorano entrambi alla corte del Viceré, aggiungendo alla narrazione una visione laica su quanto drasticamente le grandi decisioni possano influenzare la vita delle persone.

Senza far prigionieri quando si tratta di sottolineare il ruolo cruciale svolto dalla Corona (con la sua ipocrisia incarnata da un viscido Michael Gambon), la regia decisa della Chadha consegna una vivida immagine della paura, della violenza, del terrore e dell'insicurezza provocati dal catalizzatore che portò all'affrettata divisione di una nazione i cui abitanti erano tanto appassionati a rivendicare il proprio diritto all'indipendenza quanto lo erano a combattere tra loro.

Viceroy’s House è stato prodotto da BBC Films e Pathé Films, ed è venduto all'estero da Pathé International.

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(Tradotto dall'inglese)

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