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CANNES 2016 Concorso

Sieranevada: "C'est la vie!"

di 

- CANNES 2016: Cristi Puiu realizza un vero tour de force registico immergendosi in un pomeriggio a porte chiuse nel cuore di una riunione di famiglia

Sieranevada: "C'est la vie!"
Valer Dellakeza e Mimi Branescu in Sieranevada

Ricettacolo classico del quotidiano, delle complicità, dei malintesi, dei segreti, dei ricordi e di tante altre cose luminose e oscure, la famiglia è uno spazio al contempo banale e profondo che il grande schermo ha già molte volte scandagliato, nel bene e nel male, e che resta nondimeno un territorio d’esplorazione inesauribile tanto la materia umana è ricca e vi raggiunge un alto grado di intimità e di identificazione. E’ nel cuore di questo microcosmo dalle vaste risonanze che il rumeno Cristi Puiu ha deciso di immergersi con Sieranevada [+leggi anche:
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Q&A: Cristi Puiu
scheda film
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, che ha aperto le danze della competizione del 69° Festival di Cannes collocando da subito la caccia alla Palma d'Oro 2016 a un alto livello d’ambizione, esigenza e padronanza della messa in scena.

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Dispiegando la sua arte della panoramica (fra l’altro) e dell’intreccio di una quindicina di personaggi nello spazio tutto sommato ridotto di un appartamento di cinque stanze dove si svolge una cerimonia commemorativa, 40 giorni dopo la morte del patriarca di famiglia, il regista firma (nel suo stile caratteristico che richiede una certa dose di pazienza) un’opera abbondante, uno studio di gruppo di un realismo eccezionale e aperto a molteplici piani di riflessione più o meno codificati (i legami tra fratelli, le relazioni uomo-donna, la religione e il comunismo, la comunicazione, per citarne solo alcuni). E come spesso accade in caso di morte, e nella fattispecie nella tradizione ortodossa di onorare il defunto, che riunisce i membri di una famiglia, ci sono lacrime, risate, emozione ed elettricità nell’aria.

"Il problema è che non ascolti". In macchina, sulla strada verso casa di sua madre, Lary (Mimi Branescu), simpatico medico quarantenne, si irrita perché sua moglie è più preoccupata della spesa al supermercato e delle future vacanze che del rituale post-funerario in programma. Arrivati a destinazione, la coppia andrà a confondersi con la truppa che ha preparato un pasto opulento, ma prima di mangiare dovranno tutti attendere la benedizione di un prete che è in ritardo. Madre, fratello e sorella, cognato, zia, nipoti e cugini, senza dimenticare tre amici del defunto, una croata confinata in un angolo e un bebè che si cerca di non svegliare: tutto questo piccolo mondo passa da una stanza all’altra, si divide, conversa, fuma, beve, litiga, a seconda dei casi. Un vortice trattato da Cristi Puiu come pezzi di un puzzle impossibile da completare, talvolta con discussioni che si sovrappongono o stralci captati vagamente dietro le porte che non smettono di aprirsi e chiudersi. Dai discorsi sull’attualità (le teorie cospirazioniste contro le versioni ufficiali) alle discussioni sui fatti e misfatti del regime comunista di un tempo, passando per l’esposizione pubblica di crisi coniugali e di infedeltà, Sieranevada (venduto nel mondo da Elle Driver) scava con rigore metodico il suo soggetto: l'illusione di sapere e le innumerevoli sfaccettature della realtà.

Questo caldo vortice di una vitalità innegabile e che non manca di umorismo e di eccessi, il cineasta lo esamina come un osservatore neutro, come uno scienziato che interpreta i segni, analizza una miscela dentro una provetta e riesce a dare una vera identità a ciascuno degli elementi che la compongono. Gli ottimi interpreti e la maestria del lavoro visivo e sonoro completano questo quadro affascinante (il cui ritmo che tenta di avvicinarsi il più possibile ai tempi reali metterà a dura prova gli amanti della velocità) che rappresenta un vero tour de force di un regista giunto alla maturità nella sua percezione e nella sua capacità di restituzione cinematografica delle piccole sfumature della vita. 

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(Tradotto dal francese)

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