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SITGES 2015

La novia: la foga della passione in stile lorchiano

di 

- Il secondo film di Paula Ortiz, che inaugura la sezione Noves Visions One della manifestazione catalana, è un adattamento estetico, moderno ed epico di Nozze di sangue

La novia: la foga della passione in stile lorchiano
Inma Cuesta in La novia

Un altro adattamento di Federico García Lorca? Questo si chiederanno alcuni, col sopracciglio alzato: che cosa potrà mai portare di nuovo che non abbiamo già visto mille volte, anche in teatro e in televisione? Paula Ortiz – affascinata sin da adolescente dall’immaginario lorchiano – ha avuto l’ardire di fare questo tentativo e il suo coraggio ha avuto un risultato eccezionale: La novia [+leggi anche:
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(la sposa) è un film che rivendica il lato più impetuoso, passionale e romantico del poeta di Granada, un autore di un talento tale che ancora si sente il bisogno di rivisitarlo e trasmetterlo, nonostante sia stato già sufficientemente celebrato: dopo aver goduto di questo film, che questo fine settimana sarà proiettato al Festival di Sitges dopo esser passato per la sezione Zabaltegi del recente festival di San Sebastian, più di uno spettatore desidererà riscoprire l’opera dell’autore di Poeta a New York.

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Già si parla di La novia come di un titolo che guiderà la lista dei prossimi Goya. Non c’è dubbio che Inma Cuesta, la sua protagonista, sarà la più forte rivale della Penélope Cruz di ma ma [+leggi anche:
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(leggi la news) nella corsa al Goya della miglior attrice 2015: la valenciana – che si è unita al cast del nuovo film di Almodóvar (leggi la news) – non solo costruisce con estrema sensibilità un personaggio romantico fino alla morte, che si dibatte tra ciò che le detta il cervello e ciò che le preme il cuore, ma interpreta con talento anche canzoni tradizionali spagnole come La tarara, con il sentimento e l’emozione di una professionista del canto, cosa che sorprenderà chi ricorderà l’ugualmente sorprendente registro comico di Cuesta nel delirante Tres bodas de más [+leggi anche:
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Ad affiancarla, portentose incarnazioni di donne inquiete, machiste e formidabili, tra cui spicca la veterana Luisa Gavasa (altro possibile Goya), nel ruolo della madre dello sposo (Asier Etxeandía), un bravo ragazzo, amico della sposa da quando erano piccoli: formavano un trio inseparabile con Leonardo (Álex García), ora sposato con una cugina della sposa (Leticia Dolera, che era la protagonista della prima pellicola di Ortiz: De tu ventana a la mía [+leggi anche:
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). La vigilia delle nozze, con un caldo asfissiante, i dilemmi interiori tormentano la sposa. Il risultato, seppur noto, non manca di emozionare e struggere l’anima.

Il fatto è che Paula Ortiz ha trasformato il capolavoro immortale di Lorca in un western epico femminile, pieno di bellezza e fatalità. Viscerale, sanguinoso e torrido, è un film che, mantenendosi spesso sull’orlo dell’abisso tra il sublime e il pretenzioso (questa cinepresa rallentata/accelerata e un certo sapore di spot che si rifà a Terrence Malick), esce vincente da questo duello perché si aggrappa fortemente ai testi lorchiani, che sono recitati dagli attori con una naturalezza organica, per niente forzata. Alla drammaturgia devastante del racconto contribuisce una fotografia quasi color seppia di Miguel Ángel Amoedo e i fotogenici scenari di Los Monegros (Spagna) e la Cappadocia (Turchia) dove sono stati girati gli esterni: violenti e simbolicamente sessuali, crudi e al contempo onirici, traslazione paesaggistica dell’odio ancestrale, l’orgoglio arroccato e il lacerante risentimento che tormenta gli esseri umani che li percorrono, vittime di un destino tiranno, impossibile da evitare.

La novia è una produzione di Get in the Picture Productions (Spagna), Mantar Film (Turchia) e Cine Chromatix KG (Germania); le vendite sono gestite da Fortissimo Films (Paesi Bassi). 

Come parte del catalogo IFFR Live!, La novia viene proiettato online dal 31 gennaio al 14 febbraio qui

 

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(Tradotto dallo spagnolo)

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