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VENEZIA 2015 Settimana della Critica

Montanha: non accettare la perdita di una persona cara

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- VENEZIA 2015: Il tanto atteso primo lungometraggio del regista portoghese João Salaviza offre una grande varietà di immagini affascinanti a Venezia

Montanha: non accettare la perdita di una persona cara

Una figura maschile si trova su un letto. Una luce tenue cade sulla sua schiena nuda, mentre si sente il rumore di un ventilatore, che si sposta da sinistra a destra e da destra a sinistra. La prima di molte immagini ben costruite dal regista portoghese João Salaviza introduce lo spettatore al mondo visivo meticolosamente creato di Montanha [+leggi anche:
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Dopo aver fatto un ingresso notevole sulla scena cinematografica vincendo la Palma d'Oro a Cannes nel 2009 con il cortometraggio Arena, seguita dall'Orso d'Oro per Rafa alla Berlinale nel 2012, il suo primo lungometraggio è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia durante la Settimana Internazionale della Critica. Inutile dire che le aspettative erano elevate per quanto riguarda ciò che questo regista portoghese promettente avrebbe presentato come opera prima. Ha collaborato ancora una volta con il direttore della fotografia Vasco Viana, che aveva lavorato ai suoi due cortometraggi premiati.

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Sono gli scatti di Viana che raccontano davvero la storia di David, interpretato da David Mourato, un giovane adolescente che non accetta l'imminente morte di suo nonno. Le immagini ritraggono già l’assenza del nonno, in quanto non vediamo mai l'uomo che inizia tutte queste azioni piene di letargia, o per meglio dire piene di una sorta di "mobilità di stagnazione" in un campo lungo di una scena agli autoscontri. David, il suo migliore amico Rafael (Rodrigo Perdigão) e la loro cotta comune, Paulinha (Cheyenne Domingues), ammazzano il tempo, e lo fa anche il film. Le immagini fanno da cornice alla storia, come anche ai personaggi, in quanto la maggior parte delle immagini sono composte in un modo o nell’altro da infissi che oscurano la vista, o da oggetti che raramente appaiono nella loro interezza. Lo stesso vale per i legami personali: mentre le conversazioni che si svolgono all'interno della famiglia o della ristretta cerchia di amici mostrano entrambe le parti sullo schermo, la connessione con gli estranei sembra interrotta, come l'insegnante, per esempio, che non è mai visibile mentre fa appello alla coscienza di David.

Il legame tra la macchina da presa e i protagonisti è forte e conferma l'intenzione del regista: "In Montanha, forse più che in tutti gli altri, sono riuscito a stabilire una connessione che sentivo molto profonda tra la macchina da presa, come veicolo per l'osservazione, e i corpi di fronte a me che sono in continua evoluzione." Corpi in tutte le forme, mezzi nudi nel calore dell'estate di Lisbona, che si muovono di fronte alla macchina e si trovano spesso ad indugiare intimamente su dei letti.

Carloto Cotta, che ha recentemente recitato in Tabu [+leggi anche:
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di Miguel Gomes, ed è stato anche il protagonista del cortometraggio di Salaviza vincitore della Palma d’Oro, interpreta il padre della sorella minore di David. Fa una breve apparizione nei panni di un altro membro della famiglia con cui i legami sono rotti, ma che sta cercando di riconquistare il loro affetto. Ricorrendo a un'analogia tra il proprio sviluppo e l'adolescenza di David, Salaviza caratterizza il suo primo film come la "fine della [sua] adolescenza cinematografica". Combatte per l'affetto dello spettatore - ma come sempre, quando si desidera qualcosa ardentemente, non è sicuro che accada.

Questa co-produzione tra Portogallo e Francia è venduta all'estero da Pyramide International.

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(Tradotto dall'inglese)

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