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CANNES 2015 Concorso

Valley of Love: la via dei fantasmi

di 

- CANNES 2015: Isabelle Huppert e Gérard Depardieu brillano nel sottile e raffinato film del talentuoso Guillaume Nicloux

Valley of Love: la via dei fantasmi
Isabelle Huppert e Gérard Depardieu in Valley of Love

E’ un affascinante viaggio sentimentale nel tempo della vita e in quello del cinema che Guillaume Nicloux ha intrapreso con Valley of Love [+leggi anche:
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scheda film
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, presentato in concorso al 68mo Festival di Cannes. Ma orchestrando, 35 anni dopo Loulou di Maurice Pialat, la riunione sullo schermo delle icone francesi Isabelle Huppert e Gérard Depardieu, il regista non ha soltanto offerto loro una partitura immensa alla quale si concedono con una generosità eccezionale. Discretamente posizionato un passo indietro rispetto ai suoi due tenori in splendida forma, il regista arriva a creare con pazienza un’opera legata all’essenziale, alle radici più profonde di una forma di cinema-verità della vita, risalendo e ridiscendendo il corso del tempo per chiarire il presente e lasciare che il presente spieghi il passato. 

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Perché dietro l’apparente banalità di quei pochi giorni di attesa di una ex coppia di coniugi riuniti dal suicidio del loro figlio unico, è la storia della loro relazione che esplora il film, riecheggiando il racconto di tutte le unioni e disunioni. I fantasmi del loro passato comune (niente di spettacolare, giusto le irritazioni dovute all’attrito tra le loro due nature differenti) appaiono e scompaiono senza sosta nel corso della loro ricerca del fantasma di questo figlio che ha mandato loro, prima di morire, delle lettere in cui dà loro appuntamento in California, precisamente nella Valle della Morte, supplicandoli di passarvi qualche giorno insieme (con appuntamenti quotidiani in determinati luoghi e orari) se vogliono sperare di rivederlo. Una missione giudicata totalmente assurda dal padre e alla quale si attacca irrazionalmente una madre logorata dal senso di colpa, perché il figlio non voleva più vedere i genitori e quindici anni sono passati dall’ultima volta che si sono visti.

Le tappe quotidiane di questo confronto karmico volgono alla catarsi non senza una buona dose di umorismo e una grande tenerezza sotto la scorza talvolta ruvida delle diverse nature dei protagonisti e la loro profonda conoscenza reciproca sempre sull’orlo di provocare scintille. In breve, è della vita che qui si parla, senza orpelli, senza dramma né sentimenti fittizi, benché i due personaggi siano attori professionisti. Ma Isabelle Huppert e Gérard Depardieu interpretano di fatto il proprio ruolo dando prova allo stesso tempo di due performance sensazionali, lei nelle sue mille sfaccettature, lui nella sua enormità (in tutti i sensi). Percorrendo strade e canyon sotto un caldo implacabile, e messa a nudo dallo splendore di un sole cocente, la coppia ritrovata opererà una sorta di esorcismo del tempo, del peso delle paure, dei rimpianti e degli errori, gettado un ponte fra di loro e liberandosi nello stesso momento in cui liberano lo spirito del defunto come se avessero intrapreso senza saperlo, attraverso questo "Viaggio in California" (omaggio indiretto a Roberto Rossellini), la Via dei Fantasmi dello sciamanesimo navajo il cui grande spirito fluttua invisibile nella Valle della Morte.

Sylvie Pialat non avrebbe potuto produrre Valley of Love meglio di come ha fatto con Les Films du Worso, in associazione con LGM Cinéma. Le Pacte lancerà il film in Francia il 17 giugno e guida anche le vendite del film all’estero. 

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(Tradotto dal francese)

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