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BERLINALE 2015 Forum

Zurich: un personaggio enigmatico in un viaggio disperato

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- BERLINO 2015: L'ultimo film di Sacha Polak, dopo Hemel, è nella sezione Forum a Berlino e tratteggia un ritratto in due parti di una donna intrigante che vorrebbe essere libera

Zurich: un personaggio enigmatico in un viaggio disperato

La regista olandese Sacha Polak, il cui primo lungometraggio, Hemel [+leggi anche:
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intervista: Sacha Polak
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, vinse il Premio FIPRESCI a Berlino tre anni fa, torna in questa edizione del festival, con il suo ultimo lungometraggio, Zurich [+leggi anche:
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, nella sezione Forum. Co-prodotto da Viking Film, A Private View e Rohfilm, Zurich narra dell’enigmatico personaggio di Nina in un viaggio senza meta pieno di disperazione.

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Non sappiamo cosa le sia capitato, o perché mai sia in piedi in un fiume vicino a una macchina, di fronte a un leopardo. Ma la camera le si avvicina e si concentra sul suo tormento nelle sue due parti, Dog e Boris.

Nina sembra vivere in un microcosmo fatto di fermate di camion e strada. Viaggia da un posto all'altro, in camion o in una macchina a noleggio, desiderosa di intimità e apparentemente struggendosi per un amore perduto. Il film è silenzioso e contemplativo, ma la sua riluttanza ad aprirsi sia ai suoi coetanei che al pubblico rende difficile comprenderla. Le sequenze oniriche riflettono la sua lotta interiore e la sua natura leggiadra; vorrebbe essere libera, sia dal suo passato che dal suo presente, ma non riesce a districarsene.

Il film è pieno di emozioni forti, ed è splendidamente interpretato da Wende Snijders. L’attrice ha messo anima e cuore in Nina, il che è un bene, dal momento che l'intero film dipende dal suo essere in grado di convincere il pubblico. La camera non la abbandona un attimo, mostrando con decisione tutta la sua disperazione, affetto o buonumore. Mentre Nina intriga lo spettatore, la trama passa da un incontro all'altro, correndo così il rischio di perdere il contatto col personaggio. Non ci sono risposte alle tante domande che le azioni di Nina provocano fino alla seconda metà del film. Le sue azioni e le sue emozioni apparentemente casuali sono difficili da seguire ed è impossibile immedesimarvisi. Tuttavia, la seconda parte – Boris – riesce a dare al pubblico il tanto necessario quanto atteso contesto. Improvvisamente tutto ha un senso, e sembra l’attesa sia valsa la pena.

Come film on the road musicale, la colonna sonora sottolinea perfettamente la trama. Le parole delle canzoni riflettono la lotta interiore di Nina ed elevano il film ad un altro livello. Infine, tutto assume coerenza, e il finale aperto si intreccia con l'inizio.

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(Tradotto dall'inglese)

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