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CANNES 2014 Concorso

Due giorni, una notte per scegliere tra cuore e denaro

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- CANNES 2014: In prima mondiale, il festival di Cannes ha presentato il nuovo film impegnato dei fratelli Dardenne con Marion Cotillard

Due giorni, una notte per scegliere tra cuore e denaro
Marion Cotillard in Due giorni, una notte

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, i Dardenne ci raccontano una "bella" storia, una sorta di favola sullo sfondo della crisi economica che conserva una dimensione universale, a dispetto di una sceneggiatura ben radicata nella terra vallone che ha visto nascere e crescere la coppia di cineasti più ricompensata del cinema belga. 

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Sandra (Marion Cotillard), aiutata da suo marito (Fabrizio Rongione), ha un solo weekend per andare dai suoi colleghi e convincerli a rinunciare al loro premio di produzione affinché lei possa mantenere il suo posto di lavoro. Al centro di questa storia, il dilemma di una classe media impoverita dal deterioramento economico della condizione operaia. Ma tutto intorno, questo meccanismo semplice e ripetitivo — Sandra fa uno sforzo immane per portare a buon fine questo suo lavoro di persuasione; le persone sono tante e gli argomenti utilizzati sono sempre gli stessi — permette ai fratelli di mescolare insieme una serie di valori che pagano lo scotto della crisi (attribuita al cliché della "concorrenza asiatica").

Il voto è binario: 1000 euro (tondi, simbolici) o un salario che permetterà a questa donna depressa di restare a galla in una vita che l'ha già messa a dura prova. Ogni gesto di solidarietà di un collega è come una boccata d'ossigeno che permette a Sandra — una donna orgogliosa che disprezza ogni forma di elemosina e non vuole che i suoi figli la vedano piangere — di nuotare fino alla boa successiva nella speranza di cambiarne il colore. Ma anche nella situazione disperata in cui si trova, Sandra avrà difficoltà a replicare all'argomento ricorrente (“mettiti nei miei/nostri panni”) e che si rivelerà di un'importanza capitale per l'esito della trama. A quale valore morale corrispondono questi 1000 euro? Un anno di gas ed elettricità? L'ostacolo a un possibile contratto a tempo indeterminato? Tra la coppia che conta sul premio per pagare gli studi al figlio ("non ce la facciamo") e quella che aspetta di spenderlo per costruire una terrazza, il cursore morale oscilla e ci saranno cambiamenti di campo. Ogni vittoria serve a dare a questa donna la speranza di poter riprendere in mano la propria vita diventata passiva e dipendente dai farmaci.

Marion Cotillard regala a Sandra un'interpretazione inedita, pregna di una fragilità convincente. Abbassa spesso gli occhi e non ha fiducia in se stessa, da qui l'importanza di un marito amorevole e sostenitore, perfettamente incarnato da Fabrizio Rongione, un habitué del cinema dei fratelli che avrebbe forse meritato un ruolo più sfumato. La regia che favorisce sempre uno stile documentario e la camera a spalla caratteristica dei Dardenne (e del loro capo operatore, Benoît Dervaux) apporta diverse novità, a partire dalla luce da cui emana un profondo ottimismo, sequenze musicali (attraverso l'autoradio, ma con un utilizzo totalizzante stile “soundtrack”) e anche una certa leggerezza umoristica ("è una testimone di Geova?") cui il loro cinema sociale e viscerale non ci aveva abituati.

Più che mai, Due giorni, una notte è un film impegnato, tendente a sinistra, che uscirà quasi strategicamente sugli schermi belgi (e francesi) prima delle elezioni del 25 maggio. Se questo discorso militante e nonostante tutto ottimista non ha la forza delle opere maggiori della filmografia dei Dardenne, ha comunque il lusso di essere in bella mostra al festival di cinema più prestigioso del mondo.

Due giorni, una notte è una coproduzione tra Belgio, Francia e Italia, venduto nel mondo da Wild Bunch.

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(Tradotto dal francese)

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