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CANNES 2014 Concorso

La produzione francese a caccia della Palma d'Oro

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- Dodici coproduzioni francesi sono in lizza per il premio maggiore, una presenza indicativa dell'apertura al mondo dell'industria nazionale

La produzione francese a caccia della Palma d'Oro
Deux jours, une nuit di Jean-Pierre e Luc Dardenne

In un mondo dai confini sempre più sfumati rispetto al passato e in cui l'industria cinematografica intesse molteplici legami aristici ed economici, la questione della nazionalità dei film può generare dubbi e dare persino qualche grattacapo ai selezionatori (leggi l'intervista a Thierry Frémaux). E il programma del 67moFestival di Cannes, al via da oggi, è al contempo un riflesso di questa situazione e della grande apertura della produzione francese verso i talenti internazionali.

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Prima curiosità di quest'anno, tra i tre film che rappresentano ufficialmente la Francia nella corsa alla Palma d'Oro (news), due (The Search [+leggi anche:
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Q&A: Michel Hazanavicius
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di Michel Hazanavicius e Sils Maria [+leggi anche:
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intervista: Charles Gillibert
intervista: Olivier Assayas
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di Olivier Assayas) sono in lingua inglese, mentre solo Saint-Laurent [+leggi anche:
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Q&A: Bertrand Bonello
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di Bertrand Bonello è in francese nella versione originale.

Sono in lizza poi altre due produzioni maggioritarie francesi (Adieu au langage [+leggi anche:
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dello svizzero Jean-Luc Godard, prodotto da Wild Bunch, e Timbuktu [+leggi anche:
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del mauritano Abderrahmane Sissako, prodotto da Les Films du Worso) e cinque minoritarie: Deux jours, une nuit [+leggi anche:
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intervista: Luc and Jean-Pierre Dardenne
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di Jean-Pierre e Luc Dardenne (Belgio 46%, Francia 42%, Italia 10%; coprodotto da Archipel 35 e France 2 Cinéma, pre-acquistato da Canal+ e Ciné+), Jimmy's Hall [+leggi anche:
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Q&A: Ken Loach
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di Ken Loach (Regno Unito 41%, Irlanda 39% e Francia 20%; prodotto in delegato da Why Not Productions, coprodotto da Wild Bunch e France 2 Cinéma, pre-acquistato da Canal+ e Ciné+), Mr. Turner [+leggi anche:
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intervista: Mike Leigh
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di Mike Leigh (Regno Unito 66%, Germania 22% e Francia 12%; coprodotto da Diaphana), Winter Sleep [+leggi anche:
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intervista: Nuri Bilge Ceylan
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di Nuri Bilge Ceylan (Turchia 60%, Francia 20%, Germania 20%; coprodotto da Memento Films Productions) e Still The Water [+leggi anche:
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di Naomi Kawase (prodotto con il Giappone da Comme des Cinémas, coprodotto da Arte France Cinéma). Il tutto senza dimenticare Maps to the Stars [+leggi anche:
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 di David Cronenberg (prodotto in delegato da SBS Productions con il Canada e la Germania) e The Homesman [+leggi anche:
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di Tommy Lee Jones (prodotto in delegato da EuropaCorp con gli Stati Uniti).

Questo dinamismo della produzione francese e la sua apertura verso il mondo è riscontrabile in tutte le selezioni del festival, e tocca sia film più modesti di autori ancora sconosciuti provenienti da piccoli paesi che progetti molto più mediatici di registi affermati. Un attivismo che alimenta sicuramente le line-up delle società francesi di distribuzione e di vendite internazionali, ma che permette soprattutto a numerosi cineasti di poter concretizzare i propri progetti. Un'apertura sulla diversità rappresentata dagli 11 film in vetrina sulla Croisette che sono stati sostenuti dall'Aiuto ai cinema del mondo del CNC, una lista su cui si ritrovano in particolare i film candidati alla Palma del turco Nuri Bilge Ceylan e del mauritano Abderrahmane Sissako, Xenia [+leggi anche:
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intervista: Panos H. Koutras
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del greco Panos H. Koutras e Turist (Force majeure) [+leggi anche:
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intervista: Ruben Östlund
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dello svedese Ruben Ostlund, tre titoli argentini (Jauja [+leggi anche:
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di Lisandro Alonso, Refugiado [+leggi anche:
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di Diego Lerman e El Ardor [+leggi anche:
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di Pablo Fendrik) e tre israeliani (That Lovely Girl di Karen Yedaya, The Kindergarten Teacher [+leggi anche:
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di Nadav Lapid e Gett: The Trial of Viviane Amsalem [+leggi anche:
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di Ronit e Shlomi Elkabetz).

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(Tradotto dal francese)

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