email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

ANIMA 2014

L’arte della felicità: la pioggia della vita

di 

- Il regista italiano Alessandro Rak si chiede, attraverso l'animazione mista, che cosa c'è oltre il quotidiano di un tassista napoletano

L’arte della felicità: la pioggia della vita

Dopo essere stato presentato alla Settimana della Critica della scorsa Mostra di Venezia, L’arte della felicità [+leggi anche:
trailer
intervista: Alessandro Rak
scheda film
]
, opera prima del regista napoletano Alessandro Rak, continua il suo cammino senza sosta – come l'inarrestabile macchinina a carica che lega gli episodi della pellicola – nei festival di tutta Europa. La sua ultima tappa, il 33° Anima Festival, la manifestazione di cinema d'animazione di Bruxelles, ospiterà il film per alcuni giorni.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Come la citata macchinina, L’arte della felicità è in continuo movimento. Non solo perché la storia si basa sulla vita di Sergio, un musicista di Napoli diventato tassista che si perde per le strade della città sotto una pioggia incessante e schivando mucchi di immondizia. Ma anche perché il film non si ferma mai. In esso si alternano i vari personaggi che Sergio trasporta sul sedile posteriore della sua auto e l'intenso rapporto che ha con suo fratello, mantenutosi vivo anche dopo che quest'ultimo si è rinchiuso in un monastero buddista in Nepal. Nel frattempo, nel suo specchietto retrovisore, Sergio ripercorre il suo passato, riflette sul presente e immagina un possibile futuro. 

Con il suo film, Alessandro Rak non intende rimanere sulla superficie di una vita spezzata, di un talento musicale sacrificato dietro a un volante di taxi in una città non proprio gradevole o di un rapporto fraterno trasformatosi in un mero scambio di lettere. Il regista cerca di trovare quello che c'è dietro le parole, le relazioni, le città, i talenti, e infine, le vite. Non a caso, il film nasce dal tentativo del suo produttore, Luciano Stella (che produce per Big Sur, con l'aiuto di Mad Entertainment, Rai Cinema e Cinecittà Luce), di rappresentare il concetto che ha dato origine al festival omonimo da lui diretto, e che da nove anni raccoglie a Napoli le riflessioni più rilevanti sulla cultura e la filosofía. L’arte della felicità è, poi, un esercizio di animazione mista (mischia tecniche, arrivando a un risultato simile a quello utilizzato da Richard Linklater in Waking Life, pellicola con cui ha qualche punto in comune) ambizioso, evocativo e sentito, ma anche variegato, caotico e impreciso. Con questo film, Rak tenta attraverso il surrealismo, il simbolismo (i passeggeri del taxi sono forse anime erranti che parlano a Sergio della propria vita?) e la malinconia, di riflettere su ciò che sta oltre la vita. Un compito sempre difficile.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy