email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

PREMIO LUX 2013

Le nuove piattaforme, le vecchie barriere e il Premio LUX

di 

- La cerimonia LUX a Strasburgo è stata preceduta da un seminario per i giornalisti. “C'è uno scollamento tra il pubblico e i prodotti creativi”, ha dichiarato l'eurodeputato Silvia Costa

Le nuove piattaforme, le vecchie barriere e il Premio LUX

Il Premio LUX, attribuito ogni anno dal Parlamento Europeo allo scopo di stimolare la diversità culturale e il dibattito europeo attraverso i film, è stato assegnato ieri al regista belga Felix Van Groeningen, il cui The Broken Circle Breakdown [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Felix van Groeningen
intervista: Felix Van Groeningen
intervista: Felix Van Groeningen
scheda film
]
è riuscito a convincere gli europarlamentari votanti (news). Ancor prima di aver ricevuto la statuetta, però, il film di Van Groeningen, così come gli altri due finalisti (Miele [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Valeria Golino
intervista: Valeria Golino
scheda film
]
di Valeria Golino e The Selfish Giant [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Clio Barnard
intervista: Clio Barnard
scheda film
]
di Clio Barnard), è stato premiato con la traduzione dei sottotitoli e con un supporto alla distribuzione in ogni paese membro dell'Unione europea (attraverso i LUX FILM DAYS – news), cosa che molti film non riescono ad ottenere facilmente.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Nel dettaglio, la cerimonia LUX di Strasburgo è stata preceduta da un seminario per i giornalisti con all'ordine del giorno, tra gli altri, il problema della situazione corrente del cinema europeo, per definire la quale è stata organizzata una tavola rotonda sulla distribuzione cinematografica. “In qualche paese europeo le sale cinematografiche che proiettano film indipendenti funzionano molto bene, dando un grande contributo alla settima arte, ma in altri dobbiamo lavorare più duramente per impedire il predominio dei blockbuster”, sostiene l'amministratore delegato di Europa Cinemas Claude-Eric Poiroux.

Per adattarsi al nuovo ambiente, alcune barriere devono essere demolite. L'europarlamentare Silvia Costa afferma che “c'è uno scollamento tra il pubblico e i prodotti creativi: il nostro compito è quello di ricucire un rapporto con tale pubblico, ridefinendo i nostri target al fine di attirare la loro attenzione”. E tra gli spettatori meno affezionati ci sono sicuramente i giovani. “Dobbiamo utilizzare le nuove tecnologie per arrivare ai giovani: non sono un pubblico perduto, sono le persone che un domani erediteranno questa situazione”, continua Poiroux.

Una delle principali ragioni di questo cambiamento epocale è stato il passaggio al digitale, che ha visto l'introduzione di nuove piattaforme, e a questo proposito gli esperti sostengono che dobbiamo adattarci a questo nuovo quadro d'insieme. “È necessario incanalare i desideri degli spettatori – il più delle volte soddisfatti per vie illegali – in modo nuovo, verso diversi orizzonti”, pensa Xavier Troussard, Capo Unità della sezione MEDIA di Europa Creativa. “Il mercato del Video on Demand è praticamente inesistente”, prosegue Mira Staleva, direttrice del Sofia Film Festival e moderatrice del dibattito; “bisogna arrivare alle persone e ai media attraverso l'informazione, ed è qualcosa che attualmente manca.”

Le barriere linguistiche, un altro degli ostacoli presenti in Europa, sono state anch'esse oggetto di dibattito nel corso della conferenza stampa che ha seguito la cerimonia di premiazione. Mentre i tre registi finalisti hanno lodato l'iniziativa per aver permesso ai loro film di superare queste barriere e di essere proiettati in ogni paese membro – i 3 film sono stati sottotitolati in 24 lingue, per un costo approssimativo di 100 000 € –, Isabelle Durant,  vicepresidente in carica del Premio LUX, afferma: “La traduzione dei sottotitoli è un modo di dialogare tra le diverse città d'Europa. Noi, in quanto istituzione politica, siamo sensibili a questo tema, e cerchiamo di andare in questa direzione, di riunire tutti i paesi europei”.

Può questa concezione del cinema europeo superare le frontiere? Esiste davvero questa concezione? “C'è uno strano senso di libertà di espressione tra i cineasti europei, seppur con grandi differenze da caso a caso”, argomenta Valeria Golino. “Il cinema europeo gode di qualcosa che non esiste in America: i fondi per lo sviluppo, che permettono alle idee di essere sviluppate in un modo che non avverrebbe in un paese più commerciale”, continua Clio Barnard. In questo contesto, come influisce la crisi attuale sul futuro dell'Europa? A questo riguardo, Felix van Groeningen non è pessimista: “Ci saranno sempre persone che produrranno film e persone che li guarderanno. Ci sono paesi dove è molto difficile fare cinema, eppure da quegli stessi paesi escono prodotti molto buoni – basti pensare alla Grecia, o alla Romania...”. Prosegue Valeria Golino: “L'Europa è cultura, e la cultura deve essere protetta. Dobbiamo accettare le culture di ogni altro paese, proteggendo la nostra. Io voglio credere nell'idea romantica che la nostra diversità possa essere la nostra forza”.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy