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FILM Italia

I primi della lista, quando la realtà supera la fantasia

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Cosa assai rara nel panorama del cinema odierno, una commedia divertente, intelligente, non volgare si affaccia l''11 novembre nelle sale in 20 copie distribuite da Cinecittà Luce. Si tratta de I primi della lista [+leggi anche:
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dell'esordiente Roan Johnson (madre italiana e padre londinese a cui deve il nome), storia vera accaduta nel giugno del 1970, quando a Pisa due liceali impegnati nel movimento studentesco e un giovane cantautore di sinistra decisero di fuggire all'estero alla notizia di un imminente colpo di Stato.

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E' un momento caldo della storia italiana; nel dicembre 1969 c'è stata la strage di piazza Fontana a Milano e nel dicembre '70 ci sarà un vero tentativo di golpe da parte di Junio Valerio Borghese. Sono tempi ai militanti politici, a quelli che si sentono "i primi della lista", capita spesso di passare qualche notte fuori di casa. Non si sa mai.

Convinto dalla telefonata di un amico che lo ha messo in allarme, il cantautore Pino Masi (un coinvolto Claudio Santamaria) decide di riparare in Jugoslavia e coinvolge nella fuga i due giovani studenti Renzo Lulli (Francesco Turbanti, menzione speciale del Premio LARA al Festival del Cinema di Roma) e Fabio Gismondi (Paolo Cioni). Più che rivoluzionari sembrano un paranoico e due imbranati. Viste le difficoltà al confine jugoslavo, ripiegano su quello austriaco, che forzano sfuggendo alla polizia italiana ma non a quella austriaca, alla quale chiedono di essere accolti come "rifugiati politici", probabilmente i primi della storia.

Costellato di gag e situazioni divertente, come l'incontro ad una stazione di servizio sull'autostrada con plotone di militari che stanno scendendo a Roma per la Festa del 2 giugno e che convincono i fuggitivi che l'ora x sta scattando, il film mantiene sempre un tono leggero ma fa aleggiare tutta la vera tensione sociale che sta montando nel Paese e che sfocerà negli scontri di piazza e nel terrorismo. Nessuna rappresentazione didascalica degli anni 70, alcun rimando diretto all'oggi ma certamente un riferimento a qualcosa che ci riguarda tutti ancora oggi.

Il film, presentato come evento speciale al Festival del Cinema di Roma, è stato prodotto da Carlo Degli Esposti (Palomar), che in tv vanta serie di grande successo come quelle sul commissario Montalbano, Gino Bartali, il giudice Giovanni Falcone, Giorgio Perlasca. Degli Esposti conosce bene quel periodo, essendo stato all'epoca un militante di Lotta Continua, una delle maggiori formazioni della sinistra extraparlamentare italiana. L'operazione più intelligente che potesse fare, per evitare nostalgie e approcci agiografici, era quella di prendere una storia buffa e metterla nelle mani di giovani principianti del cinema: questo film potrà divertire i ragazzi, che non hanno nemmeno idea di cosa sia un golpe, e incuriosire coloro che quegli anni li hanno vissuti, da osservatori o da "primi della lista".

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