22/06/2011

Dopo l'apprezzato esordio alla regia con Mauvaise Foi nel 2006, l’attore Roschdy Zem torna con successo dietro la macchina da presa con il suo secondo lungometraggio, Omar m’a tuer [+leggi anche:
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scheda film], lodato dalla critica e lanciato oggi da Mars Distribution in 249 copie.

Sostenuto da ottimi interpreti, Sami Bouajila e Denis Podalydès in testa, il film rivisita il caso Omar Raddad, giardiniere condannato a 18 anni di prigione per il presunto omicidio della sua padrona nel 1991 a Grasse. Un verdetto influenzato da una scritta fatta col sangue ("Omar m’a tuer", con un errore ortografico) che lascerà qualche dubbio, cosa che porterà il presidente della Repubblica a concedere una grazia parziale a Omar Raddad nel 1996.

"Non si tratta di un regolamento di conti, né di una revisione qualsiasi della storia", sottolinea Roschdy Zem, che ha scritto la sceneggiatura assieme a Olivier Gorce. "Ho solo provato il desiderio di raccontare una storia tragicamente straordinaria. Ciò che mi interessava era il percorso di questo giovane immigrato, che capisce e parla male la lingua francese, stritolato dalla macchina giudiziaria e risucchiato in una spirale mediatica infernale a causa di un crimine dalla messinscena eccezionale".

Un fatto di cronaca adattato abilmente grazie al personaggio di uno scrittore parigino, dandy e colto, che conduce una contro-inchiesta. "Lo abbiamo creato per attenuare in parte il pathos legato alla storia ed era importante che non fosse soltanto un giustiziere con sete di verità. Volevo anche che si pensasse che Omar Raddad è colpevole e ho cercato di mostrare una forma d'ambiguità".

Prodotto da Jean Bréhat e Rachid Bouchareb per Tessalit Productions, Omar m’a tuer ha beneficiato di un budget di 6,4 M€ che include le coproduzioni di France 2 cinéma e Mars Films, e i pre-acquisti di Canal+ e Ciné+. Le vendite internazionali sono affidate a Elle Driver.

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(Tradotto dal francese)