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FESTIVAL Spagna

Malaga mostra il cinema più giovane e innovativo

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Il Festival del cinema spagnolo di Malaga ha adottato per la sua 14ma edizione, che si terrà dal 26 marzo al 2 aprile, un profilo decisamente più basso. E' tempo di vacche magre per la manifestazione (il suo budget è stato ridotto del 20%, a 2,1 milioni di euro). L'organizzazione ha così deciso di concentrare la sua attenzione sui nuovi talenti: sei delle undici pellicole selezionate in concorso sono opere prime, e le altre sono secondi o terzi lungometraggi.

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Ci saranno pochi nomi noti quest'anno, per un festival che continua a essere, nonostante tutto, il più importante del cinema spagnolo. Il film d'apertura sarà ¿Para qué sirve un oso? [+leggi anche:
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, diretto da Tom Fernández e con protagonista un habitué del festival, Javier Cámara, mentre in chiusura sarà proiettato El hombre de las mariposas di Maxi Valero. Gli altri film che si contenderanno la Biznaga d'Oro del miglior film sono Open 24h di Carles Torras; Cinco metros cuadrados di Max Lemcke; Catalunya über alles [+leggi anche:
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di Ramón Térmens; Doentes di Gustavo Balza; Amigos [+leggi anche:
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di Borja Mansó e Marcos Cabota; Hora menos di Frank Spano; Crebinsky [+leggi anche:
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di Enrique Otero; Arriya (La piedra) di Alberto Gorritiberea, e En fuera de juego di David Marqués.

Diverse di queste pellicole sono state girate in lingue co-ufficiali: catalano, galiziano e lingua basca. Questa tendenza, avallata dal recente successo ai Goya di Pan negro [+leggi anche:
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(girato in catalano), è stata sottolineata dal comitato di selezione del festival, che ha affermato che "il cinema spagnolo è sempre più il cinema delle autonomie, grazie anche al sostegno economico che riceve dai diversi governi autonomi".

La sezione Zonazine è lo spazio dedicato tradizionalmente alle opere più innovative. Quest'anno saranno sei i lungometraggi in concorso: La sombra del sol di David Blanco; Miss Tacuarembó di Martín Sastre; Brutal Box di Juan Oscar Rojo; El artificio di José Enrique March; Buenos Aires Cuatropuntocinco di Toni Ruiz, Juanlu Ruiz e Israel Mondéjar, e Un mundo casi perfecto di Esteban e José Miguel Ibarretxe.

Alcuni dei piatti forti del festival saranno serviti fuori concorso, come i documentari Morente di Emilio Ruiz Barrachina e La noche que no acaba di Isaki Lacuesta, oltre alla commedia No lo llames amor, llámalo X [+leggi anche:
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di Oriol Capel.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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