20/01/2003 - Dati negativi per il cinema spagnolo: calano gli spettatori e gli incassi, i film perdono denaro e i titoli Usa dominano il mercato

E’ stata presentata il 16 gennaio scorso la relazione annuale del 2002 sul cinema spagnolo e il numero 33 della prestigiosa rivista dell'Accademia Spagnola delle Arti e delle Scienze Cinematografiche l’ha intitolata: “La crisi”. Preoccupanti sono, infatti, i dati: cala il numero degli spettatori da 26,5 milioni a 15 milioni, gli incassi da 110 milioni di euro nel 2001 scendono a 75 milioni nel 2002, l'82,4 per cento dei produttori hanno prodotto solo un film e sono meno del 3 per cento (2,9) quelli che ne hanno realizzato più di quattro nel 2002, senza tener presente che 7 su 10 film perdono denaro. Vengono presentati 10 film alla settimana, troppi, se si pensa che il controllo statunitense del mercato è del 90% con il 43 per cento di titoli.
Sebbene la qualità del cinema spagnolo sia superiore, tutto fa credere, dati alla mano, che il peggio debba ancora arrivare. Il 50 per cento della popolazione non va mai al cinema. Gli addetti ai lavori sperano che la fusione delle due piattaforme digitali e il lancio, a febbraio, del film ‘fenomeno’ Mortadelo y Filemón, possa far tirare un sospiro di sollievo.
Il costo di un film in media è stato nel 2002 di 2,4 milioni di euro rispetto ai 3 milioni del 2001; per quanto riguarda il numero di copie si è passati a 75 rispetto alle 113 del 2001. Il film medio sarebbe un dramma con un interprete maschile tra i 30 e 39 anni e femminile di 10 anni più giovane, diretto da un regista uomo della stessa età che ha scritto da solo una sceneggiatura originale di cui ne vengono fatte più di quattro versioni.

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