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USCITE Italia

L'amante inglese, Scott Thomas nuova Bovary

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Fa pensare a tanto altro, l'ultimo film di Catherine Corsini, L'amante inglese [+leggi anche:
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scheda film
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: a Madame Bovary, per la passione vissuta fino alle estreme conseguenze; a Lady Chatterley, perché i protagonisti di tale passione sono una borghese e un proletario; a La signora della porta accanto di Truffaut, per la struttura narrativa che svela già dalla prima scena il tragico finale; persino a Marguerite Duras, per il titolo (ma in originale è Partir). E poi al femminismo, per la determinazione disperata della protagonista ad emanciparsi dal suo contesto familiare e sociale opprimente. Con l'illusione, a cinquant'anni, di poter reinventare la seconda metà della propria vita.

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In uscita nelle sale italiane il 5 marzo, distribuito da Teodora in una trentina di copie, L'amante inglese è una storia di amore e morte, un dramma che parla di prigioni dorate, di desideri irrazionali, di vendette spietate, e che si avvale di un buon trio d'attori: l'inglese Kristin Scott Thomas (la moglie), fragile e intensa; il francese Yvan Attal (il marito), ispiratosi - per sua ammissione - al Primo ministro francese Fillon e a certo materialismo; e lo spagnolo Sergi Lopez (l'amante), dolce e disincantato. Scott Thomas e Lopez formano una coppia fin troppo assortita, eppur credibile: "Io e Kristin siamo due extraterrestri che provengono da due pianeti differenti", ha scherzato l'attore catalano. "Avevamo un diverso approccio al lavoro e abbiamo dovuto trovare un universo comune, sensuale. E' stato facile, perché lei è così intensa. A volte la senti tremare mentre recita, e questo è molto stimolante".

Fotografato da Agnès Godard (già collaboratrice di Corsini in La Nouvelle Eve e La Répétition) in una calda luce di piena estate, e con musiche di truffautiana memoria (Delerue da Finalmente domenica e La signora della porta accanto, Duhamel da La mia droga si chiama Julie), il film suggerisce tuttavia che, anche con il suo nuovo amore, la vita della protagonista rimarrà una prigione: "Credo molto al determinismo, la vita delle persone è segnata da ciò che fanno e da dove provengono", ha detto Corsini. E sull'inevitabile accostamento a Truffaut, la regista, attualmente impegnata in un nuovo progetto sul tema del senso di colpa, ha ammesso: "Ho pensato molto a lui, è uno dei miei registi preferiti. Ma Truffaut è molto più letterario di me, ha dialoghi eccezionali che io non ho".

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