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LEGISLAZIONE Italia

Le aspirazioni del Ministro

di 

- Giuliano Urbani illustra il progetto governativo per la riforma del settore cinematografico stilato sui modelli inglese e francese

Agevolazioni fiscali al cinema sul modello inglese e reference system nell'attribuzione dei contributi pubblici sul modello francese. Sono due dei capisaldi del progetto governativo per la riforma del settore, illustrati oggi a Venezia dal ministro dei Beni e delle Attività Culturali italiano Giuliano Urbani ad un convegno nell'ambito della Mostra del Cinema di Venezia. "L'esperienza inglese si è rivelata positiva sia nell'attrarre capitali sia nel garantire un ritorno agli investimenti - ha sottolineato Urbani - e a questa ci vogliamo ispirare". Incerti sono soltanto i tempi di realizzazione, di cui Urbani dovrà discutere con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti: "non so se le agevolazioni ci saranno con questa finanziaria, ma abbiamo ben chiaro il nostro obiettivo".

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Quanto al 'reference system' nell'assegnazione dei contributi, che del modello francese assumerà i pregi ma non i difetti - ha precisato il ministro - rientra nel disegno più generale di garantire un migliore utilizzo delle risorse pubbliche, individuando cioé i produttori che, per il loro curriculum, potranno meglio assicurare non solo qualità del prodotto ma anche buoni risultati sul fronte degli incassi. Obiettivo del governo italiano è restringere, introducendo alcuni automatismi, il margine di discrezionalità riscontrato nell'attuale sistema di selezione dei beneficiari dei contributi. E di responsabilizzare al tempo stesso i produttori, chiamati ad investire una quota maggiore di risorse proprie (che ora non raggiungono la metà della spesa) nel progetto finanziato. La qualità culturale dei progetti però, ha assicurato ancora il ministro, non sarà penalizzata dalla riforma dei meccanismi di assegnazione dei contributi. "Premiare in modo esclusivo il successo sul mercato - ha sottolineato - non appartiene al nostro codice genetico".

Fra le novità anche quella che Urbani ha definito una "Borsa delle sceneggiature": la possibilita' per gli autori di accedere a contributi pubblici anche senza avere un committente e di far circolare la propria opera "senza dover fare il giro delle sette chiese". La riforma che il governo si propone di varare al più presto, con una serie di decreti legislativi da approntare nei prossimi mesi, non significherà però che lo Stato investirà meno risorse nel settore. "I fondi attuali non saranno ridotti di un centesimo", ha sottolineato Urbani, per il quale occorre però "aumentare le risorse finanziarie che giungono dal mercato". ''Nel mondo finanziario sono disponibili 1000 miliardi - ha spiegato - che rimangono alla finestra: bisogna fare in modo che cinema e finanza si incontrino".

E in questo disegno rientra anche la volontà di incentivare le co-produzioni tra Paesi europei, ottenendo così il duplice scopo di attrarre investimenti dall'estero ma anche di ampliare il mercato per il cinema italiano, valorizzando quest'ultimo a livello internazionale. Anche con il pubblico italiano però, ha rilevato il ministro, c'è ancora parecchio da fare. "Circa un quarto degli spettatori potenziali in Italia non ama il cinema italiano - ha sottolineato - e occorre dunque una forte campagna pubblicitaria a suo favore". Cui si dovranno aggiungere, ha proseguito, un maggiore coinvolgimento della scuola e della televisione nel favorire un'educazione al cinema. Tra i prossimi provvedimenti del governo anche alcuni interventi mirati all'innovazione tecnologica e al digitale, un settore nel quale però, ha osservato, mondo della produzione e ricerca universitaria collaborano ancora troppo poco."

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