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FESTIVAL DI ROMA Extra / Spagna

Garbo, spia doppiogiochista che salvò il mondo. O forse no

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Immagini di repertorio, interviste, spezzoni di film d'epoca, split screen e tanta musica: è un documentario atipico, in bilico tra realtà e finzione, quello proiettato ieri in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione L'altro cinema-Extra: Garbo, the Man Who saved the World [+leggi anche:
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dello spagnolo Edmond Roch. Così come assolutamente fuori dagli schemi è il suo protagonista, il catalano Joan Pujol, ex allevatore di polli improvvisatosi spia internazionale e pasticciona durante la Seconda guerra mondiale, e cui pare si debba, in parte, la riuscita dello sbarco in Normandia.

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Deciso a fare qualcosa per il “bene dell'umanità”, Pujol, descritto come un uomo eccezionalmente creativo, viene arruolato prima dai nazisti e poi dagli Alleati, che gli affidano una serie di missioni con il nome in codice “Garbo”, perché secondo loro Pujol era un grande attore. Comincia così il suo doppio gioco: si inventa una rete di subagenti alle sue dipendenze, mai realmente esistiti ma sufficientemente credibili (alla finta morte di uno di loro, riesce persino a farsi assegnare dai tedeschi una pensione per la fantomatica vedova). Ma soprattutto dà informazioni volutamente svianti al Terzo Reich, facendo credere che lo sbarco in Normandia fosse una semplice azione diversiva degli Alleati e che la vera invasione dovesse ancora avvenire, a Pas de Calais.

Presentato come una biografia a metà tra Peter Sellers e James Bond, il documentario fa spesso sorridere, come quando si racconta che Garbo giustificò il suo “errore di valutazione” riguardo al D-Day dicendo che, contro ogni previsione, il primo sbarco era andato talmente bene che ovviamente non vi era stato più bisogno del secondo. I tedeschi pare gli abbiano creduto e, anzi, gli hanno pure conferito la Croce di ferro al valore militare. Ma ci si chiede anche, sino alla fine, se la storia raccontata sia vera oppure no. A dare una possibile risposta, l'emblematica frase a chiusura del film, attribuita a Winston Churchill: “In tempo di guerra, la verità è così preziosa che dovrebbe sempre essere protetta da un muro di bugie”.

Garbo, the Man Who saved the World è prodotto da Ikiru Films (società del regista) e coprodotto da Colosé Producciones e Centuria Films.

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